L’acquisizione della strumentazione di chirurgia robotica riveste un ruolo importante nella strategia di riorganizzazione della Ginecologia del Burlo, avviata con l’Atto aziendale approvato dalla Regione. 
 
Il processo di riorganizzazione ha compreso l’attivazione di una comune strategia con ASUITS nell’utilizzo del robot chirurgico: vista la complessità dello strumento e il necessario, ingente, investimento, l’IRCCS Burlo Garofolo ha scelto di acquisire un medico già esperto nell’utilizzo di questa tecnologia, affinché vi siano all’interno dell’Istituto le specifiche competenze necessarie per poter usare il robot da subito, propendendo per un addestramento progressivo del team, ma essendo immediatamente operativi.
 
Dal primo aprile ha preso servizio al Burlo il dott. Federico Romano, che sarà il riferimento per l’utilizzo del robot e che ha all'attivo oltre 50 interventi. Classe 1980, nato a Palermo, il dott. Romano è esperto in chirurgia ginecologica: si è formato al Policlinico Gemelli di Roma, alla scuola del prof. Scambia, e si è dedicato allo sviluppo della chirurgia minimamente invasiva con approccio laparoscopico e robotico. 
 
Le applicazioni in ginecologia della chirurgia sono molteplici e consentiranno all’Istituto di migliorare la propria performance in tutti i campi della chirurgia ginecologica, dal trattamento chirurgico della patologia benigna, dell’endometriosi, dei difetti del pavimento pelvico e nella cura della patologia oncologica.
 
I trattamenti di questo tipo, applicati alla ginecologia, permettono non solo di minimizzare l’invasività - diminuendo quindi il dolore post operatorio, la qualità del recupero della donna - ma hanno un ruolo centrale anche nell’impegno costante dei ginecologi di fare il possibile per salvaguardare, ove vi è il contesto, la capacità riproduttiva della donna.
 
L’attività di chirurgia robotica è stata presentata questa mattina insieme all’Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Trieste, che da aprile si è dotata del robot “Da Vinci Si”, una piattaforma robotica che consente di eseguire interventi mini invasivi complessi e ad alta precisione. Il robot viene utilizzato per interventi chirurgici in urologia, chirurgia generale, otorinolaringoiatria e ginecologia, questi ultimi in collaborazione con L’IRCCS Burlo Garofolo.
 
La chirurgia robotica rappresenta allo stato attuale l’ultima evoluzione della chirurgia mini invasiva, successiva alla laparoscopia. Mediante l’utilizzo della piattaforma robotica, il chirurgo non opera con le proprie mani ma manovra le “braccia” di un robot, equipaggiate con gli strumenti chirurgici più adatti alle manovre da compiere. Il tutto avviene mentre il chirurgo rimane seduto dietro ad una console situata in sala operatoria a pochi metri dal paziente. La postazione di controllo si basa su tecnologie in grado di trasformare il movimento delle mani del chirurgo in impulsi che vengono inviati alle braccia robotiche. Grazie a questo sistema il chirurgo viene letteralmente "immerso" nel campo chirurgico, senza ausilio di occhiali o altre apparecchiature, ed è in grado di valutare al meglio i piani di dissezione anatomici “vivendo" l'intervento chirurgico quasi dall'interno del corpo del paziente.
 
Urologia, chirurgia generale e oncologica, chirurgia otorinolaringoiatrica e chirurgia ginecologica sono solo alcune fra le specialità chirurgiche in cui più spesso trova applicazione la chirurgia robotica. 
Questa chirurgia, decisamente meno invasiva rispetto alla chirurgia tradizionale, porta con se numerosi benefici, ripartiti equamente fra l’operatore e il paziente che si sottopone all’intervento. Il robot, infatti, consente una maggior facilità di accesso a vie anatomiche particolarmente difficoltose, oltre ad una maggior precisione demolitiva nei confronti dei tumori e riduzione dei tempi di intervento. 
Le cicatrici che residuano da una procedura di chirurgia robotica (come già avviene con le tecniche laparoscopiche tradizionali) sono piccole e poco evidenti, inoltre il dolore è ridotto al minimo, il rischio di complicanze post-operatorie è molto più basso e la ripresa delle attività della vita quotidiana è molto più rapida che con la chirurgia tradizionale. 
 
L’introduzione del robot chirurgico rende Trieste la prima realtà in regione in cui è operativa  la piattaforma da Vinci. 
 

 

foto chirurgia robotica

 
Data creazione: 
20/04/2017

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