Numerosi farmaci hanno un effetto negativo sulla gravidanza. Dal momento che per nessun farmaco si può escludere un potenziale effetto teratogeno (che determina cioè un’anomalia dello sviluppo di organi ed apparati), bisogna valutare attentamente ogni categoria di farmaci, inclusi quelli più comuni come: analgesici, lassativi, antinfluenzali, antiacidi e psicofarmaci.
Naturalmente nessun farmaco potenzialmente dismorfogenetico (cioè che provoca anomalie nello sviluppo) deve essere somministrato ad una donna in gravidanza.

Un farmaco può essere letale per il prodotto del concepimento se somministrato nei primi 20 giorni di gravidanza; teratogeno (determina difetti fisici nell’embrione in via di sviluppo) se impiegato tra il 20° e il 60°giorno; tossico dopo il 60°giorno di gravidanza.
Il periodo più vulnerabile per il determinarsi di anomalie congenite maggiori è quello compreso tra la 3a e la 10a settimana di gestazione.
Tra i farmaci sicuramente teratogeni vanno ricordati gli antineoplastici e gli anticoagulanti orali; tra quelli dotati di probabile azione teratogena vanno annoverati alcuni antiepilettici; da utilizzare solo in particolari situazioni sono l’aspirina, gli antiacidi e le benzodiazepine.
Le tetracicline (antibiotici) possono influenzare lo sviluppo dei denti e delle ossa.

Amministrazione Trasparente