Neonatologia L'abbraccio materno anti dolore, l'amore che cura

Il team della Neonatologia del Burlo ha pubblicato, sul numero di settembre 2018 della rivista Pediatrics, un importante articolo scientifico sulla cura del dolore nel neonato, che dimostra quanto sia fondamentale il contatto, il calore e l'abbraccio dell'adulto.

 

Pediatrics, September 2018, VOLUME 142/ISSUE 3

Infant Analgesia With a Combination of Breast Milk, Glucose, or Maternal Holding

Stefano Bembich, Gabriele Cont, Enrica Causin, Giulia Paviotti, Patrizia Marzari, Sergio Demarini

 
 
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Negli ultimi venti anni sono stati effettuati molti studi sui modi più efficaci per aiutare il neonato a sentire meno dolore, nel caso debba essere sottoposto a una procedura clinica. In particolare, quando si hanno dei bassi livelli di invasività, come nel prelievo di sangue da tallone, vengono adottati metodi non farmacologici, ad esempio dare al neonato alcune gocce di una soluzione dolce (acqua e glucosio o saccarosio) oppure allattarlo al seno nel corso del prelievo.
Lo studio effettuato presso la Neonatologia dell’IRCSS “Burlo Garofolo” ha visto il coinvolgimento di 80 neonati a termine che, nella terza giornata di vita, venivano sottoposti a prelievo di sangue da tallone per l’effettuazione dello screening routinario per le malattie metaboliche. I neonati sono stati equamente suddivisi in quattro gruppi, in ciascuno dei quali veniva adottato un differente metodo di analgesia non farmacologica:
1) prima del prelievo, veniva dato al neonato, posto sul fasciatoio, un quantitativo definito (2 ml) di soluzione dolce (acqua e glucosio al 20%) e, dopo due minuti, veniva effettuato il prelievo;
2) prima del prelievo, veniva dato al neonato, posto sul fasciatoio, un quantitativo definito (2 ml) di latte materno e, dopo due minuti, veniva effettuato il prelievo;
3) prima del prelievo, veniva dato al neonato, tenuto tra le braccia della madre, un quantitativo definito (2 ml) di soluzione dolce (acqua e glucosio al 20%) e, dopo due minuti, veniva effettuato il prelievo;
4) prima del prelievo, il neonato, tenuto tra le braccia della madre, iniziava l’allattamento al seno e, dopo due minuti, veniva effettuato il prelievo.
Un primo obiettivo della ricerca è stato quello di valutare l’efficacia anlgesica dei metodi adottati, cioè la loro capacità di ridurre i modi in cui il neonato manifesta il proprio stato di dolore, come il pianto, le smorfie o il suo stato di agitazione. Osservando il neonato, a ciascuno di questi aspetti veniva dato un punteggio: più basso era il punteggio e più efficace si rivelava l’analgesia valutata.
Un secondo obiettivo della ricerca è stato quello di identificare il possibile coinvolgimento della corteccia cerebrale del neonato, cioè la parte più esterna del cervello, in ciascuno dei quattro metodi analgesici valutati. L’attività della corteccia cerebrale è stata rilevata per mezzo di una tecnica non nociva e minimamente invasiva, la spettroscopia nel vicino infrarosso (NIRS o near-infrared spectroscopy). Essa utilizza la luce nel vicino infrarosso per identificare le variazioni di ossigeno nella corteccia cerebrale, il cui aumento indica un’attivazione della corteccia stessa.
Entrambi i metodi in cui il neonato veniva tenuto in braccia dalla madre, quindi in presenza della relazione tra la madre e il proprio neonato, si sono rivelati i più efficaci nel ridurre le manifestazioni di dolore del piccolo durante il prelievo di sangue. Confrontati tra loro, ricevere una soluzione dolce quando si è tenuti in braccio dalla madre o essere allattati al seno hanno dimostrato la stessa efficacia analgesica.
Per quanto riguarda il coinvolgimento della corteccia cerebrale del neonato nei metodi analgesici studiati, quando è stata utilizzata una soluzione dolce, sia sul fasciatoio che in braccio alla madre, non si è mai osservata un’attivazione significativa della corteccia cerebrale. Ciò ha indicato la possibile azione della dolcezza gustativa nell’ostacolare l’arrivo della sensazione dolorosa nei centri superiori del cervello (quelli raggiungibili dalla tecnica NIRS). In relazione alla maggiore efficacia analgesica evidenziata dall’essere tenuto/tenuta in braccio, è possibile ipotizzare che, con questa modalità, vi era il coinvolgimento di centri cerebrali più profondi, associati a bisogni di base del neonato, ma la cui attività non è visibile alla tecnica NIRS utilizzata. Con gli altri due metodi è emersa un’attivazione significativa della corteccia cerebrale, che si è rivelata particolarmente estesa quando il neonato veniva allattato. Ciò ha indicato la possibile azione dell’esperienza multisensoriale (tattile, termica, gustativa, olfattiva) e motoria associate all’allattamento al seno nel neutralizzare la sensazione dolorosa quando arriva nei centri superiori del cervello.
 
Dott. Stefano Bembich

 

 

 

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