Il rapporto tra genetica e sensi non è interessante solo per trovare nuove soluzioni mediche ma anche per comprendere, ad esempio, le abitudini alimentari di molte popolazioni. Anche il gusto cioè la sensazione che percepiamo dei quattro sapori fondamentali (aspro, salato, dolce, amaro) quando portiamo il cibo alla bocca dipende infatti, in parte dai geni che abbiamo. Ci siamo quindi chiesti se esistono delle differenze nella percezione di gusto, olfatto, udito, colori in popolazioni diverse e quanto di queste differenze possano essere dovute agli stili di vita, cultura, disponibilità di certi cibi, odori, prevalenza di certi colori o suoni e quanto dipenda invece dal patrimonio genetico.


Infatti, la relazione tra sensi e cibo è molto importante nelle nostre scelte alimentari che sono in gran parte determinate dall’uso dei nostri sensi. Per esempio alcune persone amano le mele verdi perché hanno un sapore e un odore aspro, un colore che rispecchia quello della natura o perchè quando si addentano sono croccanti e il suono ad essa associato può stimolarci a mangiarla. Altri non riuscirebbero nemmeno ad addentarle poiché magari prediligono cibi dolci, soffici e dai colori più caldi. Tutte queste differenze sono in parte determinate dal nostro stile di vita, dalla nostra cultura, dalla società in cui viviamo ma sono anche in parte determinate dai nostri geni. Per meglio approfondire questi aspetti i ricercatori della Struttura Complessa dell’IRCCS-Burlo Garofolo oltre a studiare popolazioni isolate italiane hanno deciso di studiare la Via della Seta che rappresenta, a questo scopo, il percorso ideale in quanto caratterizzato da un’ampia variabilità genetica e culturale. Seguendo il tragitto di Marco Polo, il progetto in collaborazione con TerraMadre/SlowFood, ha ripercorso uno dei pochissimi corridoi lungo il quale i popoli dell'Oriente si sono mescolati per millenni con quelli dell'Occidente, per osservare e raccontare stili di vita e culture delle comunità di Terra Madre, custodi di tradizioni antichissime. Il punto di vista, la "lente" e la prospettiva di questa spedizione sono dunque quelli della genetica delle popolazioni, del gusto e delle preferenze alimentari, uniti alla genetica dell'olfatto, della vista e dell'udito. 


Tra l’estate 2010 e quella del 2012 i ricercatori accompagnati da fotografi, cineoperatori e giornalisti, hanno incontrato e studiato le comunità di Terra Madre in Crimea, Georgia, Armenia, Azerbajian, Turkmenistan, Uzbekistan, Tajikistan, Kirghizistan, Kazakistan e incontrando 29 comunità del cibo di Terra Madre e raccogliendo più di 1100 campioni di DNA. I risultati preliminari sono stati oggetto di diverse pubblicazioni scientifiche internazionali mentre i ricercatori lavorano alacremente al completamento degli stessi

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