Le tonsille sono organi costituiti da tessuto linfatico che si trovano nel cavo orale, nella faringe (in questo caso prendono il nome di adenoidi) e dietro la base della lingua.

La loro funzione è quella di proteggerci dalle infezioni, poiché fanno parte del sistema difensivo immunitario delle prime vie aeree.

L’intervento di rimozione delle tonsille adenoidi si chiama adenotonsillectomia, ed è uno degli interventi chirurgici più frequenti in età pediatrica. In Italia se ne effettuano circa 50.000 all’anno.

Pur essendo un intervento semplice e di routine, la rimozione delle tonsille e adenoidi non è esente da rischi (8-14%) per lo più legati all’assistenza anestesiologica e al decorso post-operatorio, periodo in cui si possono manifestare emorragie, perdita di liquidi (disidatrazione) o di sali (es iponatremia). La mortalità postoperatoria è rarissima (1 caso ogni 10.000-35.000).

L'approccio chirurgico per la rimozione delle tonsille e adenoidi nel corso degli anni è cambiato. Grazie a un miglioramento delle conoscenze sulla patologia adenotonsillare e delle capacità diagnostiche è stato ridiscussa l’utilità del trattamento chirurgico nei bambini.

Il principale e più frequente motivo per cui si ricorre all’intervento chirurgico è l’aumento del volume delle tonsille e/o delle adenoidi (ipertrofia), che può determinare l’ostruzione delle vie respiratorie e causare nel bambino disturbi respiratori durante il sonno. Altre indicazioni chirurgiche sono oggi molto dibattute e comprendono le tonsilliti acute ricorrenti, la febbre mediterranea ricorrente (sindrome PFAPA) o altre indicazioni, rare ma importanti, come l’ascesso peritonsillare e l’ipertofia tonsillare asimmetrica con sospetto di patologia maligna.

I disturbi respiratori del sonno in età pediatrica comprendono diversi quadri respiratori anomali, che si manifestano con sintomi vari, a partire dal semplice russamento  con aumento degli sforzi respiratori fino ad una condizione in cui il bambino respira male e può presentare apnee (condizione denominata “sindrome delle apnee ostruttive del sonno” ovvero“OSAS=Obstructive Sleep Apnea Syndrome”). Nella popolazione pediatrica il russamento primario e l’OSAS hanno una prevalenza del 3-12% e dell’1-5% rispettivamente. Alcuni recenti studi dimostrano un’associazione significativa tra l’OSAS e la presenza di una serie di disturbi e di patologie sistemiche, quali deficit dell’accrescimento, disturbi cognitivi e neuropsicologici, alterazioni comportamentali e problemi cardiovascolari, obesità.

Sebbene questo aspetto sia ancora dibattuto, diversi studi scientifici suggeriscono che la diagnosi precoce ed il trattamento dell’OSAS migliorano la funzione respiratoria con conseguenze sulle potenzialità cognitive e sociali a lungo termine, sulle performance scolastiche e sulla qualità della vita.

In passato, la diagnosi dei disturbo respiratorio del sonno in età pediatrica era basata unicamente sull’anamnesi e sull’esame clinico, con riferimento soprattutto alla dimensione di tonsille ed adenoidi. E’ stato tuttavia ampiamente dimostrato che la dimensione di tonsille e adenoidi non predice il grado di disturbo respiratorio durante il sonno: vi sono infatti bambini con adenoidi e tonsille piccole ed importanti difficoltà respiratorie notturne e viceversa bambini con adenoidi e tonsille grandi che non hanno nessun problema respiratorio. Vi sono inoltre bambini nei quali persistono i disturbi respiratori del sonno anche dopo l’intervento di adenotonsillectomia. La diagnosi e l’indicazione alla chirurgia non dovrebbero dunque basarsi su giudizi prevalentemente anatomici, ma devono includere anche esami e misure oggettive che analizzano la funzione respiratoria.

La S.C. di Audiologia ed Otorinolaringoiatria dell’ I.R.C.C.S. Burlo Garofolo si è allineata alle indicazioni internazionali. Presso il nostro centro i bambini con ipertrofia adenotonsillare e/o sospetto di disturbi respiratori ostruttivi sono sottoposti ad una valutazione completa che prevede una visita otorinolaringoiatrica con fibrolaringoscopia, una valutazione pediatrica pneumologica, lo studio polisonnografico, l’esecuzione dei prick test per svelare eventuali allergie e l’esecuzione di eventuali ulteriori visite specialistiche in base alla gravità del quadro o alla presenza di fattori di rischio associati (come ad esempio cardiopatie, ipertensione arteriosa, malformazioni craniofacciali ed obesità).

L'esame chiave per la diagnosi dei disturbi respiratori del sonno è la polisonnografia, che consiste nello studio del sonno tramite la rilevazione di parametri cardiorespiratori, quali i movimenti toraco-addominali, la saturazione di ossigeno nel sangue, la frequenza cardiaca ed il flusso aereo nasale.E' un test semplice e non invasivo che ci permette di evidenziare e di caratterizzare gli eventuali episodi di apnea. La polisonnografia può essere registrata per tutta la notte o, in forma abbreviata, durante il sonnellino pomeridiano. I dati relativi a quest’ultima modalità non sono ancora definitivi, anche se il valore predittivo positivo appare piuttosto buono (77%-100% a seconda degli studi) soprattutto se integrata da altre valutazioni.

Grazie a questi sforzi diagnostici e valutativi si sta riuscendo in Italia, come d'altronde anche nel resto del mondo, a ridurre considerevolmente il numero degli interventi, ma anche a definire meglio l’appropriatezza e la priorità di un intervento di adenotonsillectomia. Si studiano i disturbi in modo più corretto e più completo e si ottengono delle previsioni più precise riguardo al beneficio che si otterrà dall’intervento chirurgico. Si limitano gli interventi non strettamente necessari e conseguentemente i rischi ad essi connessi, e non si fa aspettare chi invece ne ha un reale e urgente bisogno.

Per informazioni: amb.orl@burlo.trieste.it oppure caterina.marchese@burlo.trieste.it

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