La sindrome di Down è la più comune forma di ritardo mentale causata da una anomalia cromosomica, interessando uno su 800 nati. È caratterizzata da difetto di crescita e intellettivo di grado variabile, da tratti tipici del volto e da malformazioni maggiori a carico di diversi organi ed apparati. Si caratterizza per la presenza di caratteristiche facciali particolari, con brachicefalia, occipite piatto, radice nasale appiattita, upslanting delle fessure palpebrali (oblique dal basso verso l’alto e dall’interno verso l’esterno), epicanto, padiglioni auricolari piccoli e a impianto basso, palato ogivale e protrusione linguale. Altre caratteristiche tipiche sono mani corte e tozze, spesso con solco palmare unico e ampio spazio fra primo e secondo dito. Ipotonia muscolare e lassità articolare sono pressoché costanti. Nel 40-60% dei bambini è associata una cardiopatia congenita (il canale atrioventricolare è la più comune) e nel 10% dei casi vi possono essere anomalie del tratto gastrointestinale (ad esempio atresia duodenale). Altre manifestazioni cliniche potenzialmente associate sono la cataratta congenita, la bassa statura, l’ipoacusia, sindromi epilettiche, l'apnea durante il sonno, le patologie autoimmuni ed endocrine, l'invecchiamento precoce e la malattia di Alzheimer. I bambini con sindrome di Down hanno inoltre un rischio aumentato rispetto alla popolazione generale di sviluppare patologie onco-ematologiche.

E’ dovuta alla presenza di un cromosoma soprannumerario (trisomia 21). Nel 3% dei casi è presente mosaicismo. In circa il 4% dei casi è secondaria ad una traslocazione sbilanciata.

Si caratterizza per la presenza di caratteristiche facciali particolari, con brachicefalia, occipite piatto, radice nasale appiattita, upslanting delle fessure palpebrali (oblique dal basso verso l’alto e dall’interno verso l’esterno), epicanto, padiglioni auricolari piccoli e a impianto basso, palato ogivale e protrusione linguale. Altre caratteristiche tipiche sono mani corte e tozze, spesso con solco palmare unico e ampio spazio fra primo e secondo dito. Ipotonia muscolare e lassità articolare sono pressoché costanti. Nel 40-60% dei bambini è associata una cardiopatia congenita (il canale atrioventricolare è la più comune) e nel 10% dei casi vi possono essere anomalie del tratto gastrointestinale (ad esempio atresia duodenale). Altre manifestazioni cliniche potenzialmente associate sono la cataratta congenita, la bassa statura, l’ipoacusia, sindromi epilettiche, l'apnea durante il sonno, le patologie autoimmuni ed endocrine, l'invecchiamento precoce e la malattia di Alzheimer. I bambini con sindrome di Down hanno inoltre un rischio aumentato rispetto alla popolazione generale di sviluppare patologie onco-ematologiche.

La diagnosi si basa sull’indagine citogenetica standard, eseguibile su linfociti periferici. Il sospetto può essere posto alla nascita sulla base del fenotipo caratteristico o nel periodo prenatale mediante un programma di screening. La diagnosi prenatale, con amniocentesi o prelievo dei villi coriali, dovrebbe essere proposta a tutte le donne gravide con 35 anni o più. Al di sotto di tale età, lo screening si basa sul dosaggio dell’alfafetoproteina e la misurazione della traslucenza nucale (aumentata nel 70-75% dei casi). Gli esami del secondo trimestre mostrano nel 60% dei casi la presenza di difetti che si possono associare ad alterazioni morfologiche minori. Per quanto riguarda le malformazioni cardiache associate alla Sindrome di Down, alcuni difetti si risolvono spontaneamente (Botallo pervio, spesso DIA, meno frequentemente DIV) necessitando quindi unicamente un monitoraggio clinico/ecocardiografico. Gli altri devono essere corretti chirurgicamente entro i primi anni di vita in relazione alla compromissione clinica. Data l’associazione con endocrinopatie autoimmuni, in particolare diabete mellito tipo 1, tiroidite autoimmune e con la malattia celiaca è raccomandato nell’ambito del follow-up clinico il monitoraggio annuale della funzionalità tiroidea (con dosaggio degli anticorpi anti-tireoglobulina e tireoperossidasi) , quello glicemico (alla nascita e a cadenza annuale) e lo screening per malattia celiaca (IgA anti-TG2, IgA totali).

La terapia consiste nel follow-up e trattamento delle singole manifestazioni cliniche. E’ importante una presa in carico multidisciplinare al fine di impostare un programma di tipo rieducativo, educativo e sociale, che abbia come scopo la migliore realizzazione personale e l'integrazione sociale.

L’aspettativa di vita è al momento superiore ai 50 anni. Per i genitori di un bambino affetto da trisomia 21 libera, il rischio di ricorrenza varia solo leggermente (1% fino ai 40 anni, a seconda dell'età della madre). Nel caso della sindrome di Down da traslocazione il rischio è più alto solo se uno dei genitori è portatore della traslocazione in forma bilanciata.

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