di Caterina Fazion

Tamara Stampalija, Dirigente della Struttura Semplice Dipartimentale di Medicina Fetale e Diagnostica Prenatale, ci spiega cos’è la restrizione di crescita fetale, quali sono i rischi connessi e come intervenire, una volta diagnosticata.

Qual è la differenza tra “restrizione di crescita fetale” e “piccolo per epoca gestazionale”?

La restrizione di crescita fetale si ha quando un feto non raggiunge il suo potenziale genetico di accrescimento per un qualunque motivo che può essere di origine genetica o placentare, dato da una gravidanza gemellare con condivisione della stessa placenta, o da uso di fumo o alcol da parte della madre. Un feto piccolo invece è quello che per qualunque parametro, ad esempio peso, circonferenza cranica, circonferenza addominale, si trova al di sotto del decimo percentile. Non tutti i feti piccoli soffrono necessariamente di restrizione di crescita, ma possono essere così per costituzione, magari come i genitori, da generazioni. Viceversa, anche i feti al di sopra del decimo percentile possono essere affetti da una restrizione di crescita.
 
Quali sono i rischi connessi alla restrizione di crescita fetale?
Sicuramente il rischio più temuto è la morte in utero. Anche possibili difficoltà al parto rappresentano un rischio per feti con restrizione di crescita: per un nascituro con scarse riserve nutritive e di ossigeno il parto può rappresentare un evento molto impegnativo, come una maratona per un cardiopatico. La cosa fondamentale è diagnosticare questi feti in modo da poterne ottimizzare la gestione.
 
Come si diagnostica la restrizione di crescita fetale?
La diagnosi è combinata: vanno fatte valutazioni di misura, la cosiddetta biometria (ad esempio circonferenza addominale, cranica, lunghezza del femore e stima del peso fetale), ma questo non basta, bisogna infatti fare anche una valutazione funzionale con la Doppler velocimetria, tecnica che permette di guardare le variazioni a carico del flusso placentare e fetale, incluso il flusso cerebrale. Le alterazioni di quest’ultimo sembrano essere correlate a esiti avversi. Dato che l’incertezza è ancora molta, proprio in questo periodo partirà uno studio per valutare se la vasodilatazione cerebrale sia realmente associata o meno a esiti avversi a lungo termine.
 
Come si interviene dopo aver riscontrato restrizione di crescita fetale?
Dipende dall’epoca gestazionale. Il parto rappresenta oggi l’unica soluzione per scongiurare la morte in utero, ma se si tratta di una restrizione che insorge precocemente, il parto sarebbe prematuro e connesso quindi ad altri rischi legati alla prematurità stessa: mortalità, morbidità neonatale e disturbi a lungo termine. Vengono fatti monitoraggi molto stretti del benessere fetale, cercando di ottimizzare il timing di parto in termini di rischio/beneficio. Quando invece la restrizione insorge più tardivamente siamo un po’ più avvantaggiati, essendo il problema della prematurità meno rilevante, ma non trascurabile. A proposito della gestione, sono state recentemente pubblicate le nuove Linee Guida sulla Diagnosi e Management sulla Restrizione di Crescita Fetale da parte dell’International Society of Ultrasound in Obstetrics and Gynecology (ISUOG), a cui il Burlo ha attivamente preso parte.


Le curve per valutare i parametri di crescita sono affidabili?
Né in Italia né a livello internazionale c’è uniformità tra le varie curve di crescita e questo può portare a una variabilità nella diagnosi di feti con restrizione di crescita. Per questo motivo, con la Società Italiana di Ecografia in Ostetricia e Ginecologia (SIEOG), è nata l’idea di iniziare uno studio multicentrico Italiano, (studio METRICS), di cui l’Ospedale Burlo Garofolo è il centro promotore, che vede coinvolte tutte le Regioni. L’obiettivo è creare nuove curve di riferimento in modo che una donna vista a Trieste, Firenze e Cagliari veda rilevate le stesse misure in percentili del nascituro.

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 LO SAPEVI CHE...

I percentili sono degli indicatori statistici che vengono utilizzati per confrontare un valore rispetto a quelli dell'intera popolazione. Ad esempio servono per monitorare i valori di crescita di molti parametri nei bambini come peso e altezza. Se si parla di feti vengono valutati anche altri parametri come circonferenza cranica, circonferenza addominale, lunghezza del femore.
Prendendo un campione di 100 bambini della stessa età e ordinandoli per valori crescenti di altezza, se ne scegliamo uno a caso, ad esempio colui che occupa il 20° posto, questo bambino sarà un po’ più basso della media, rappresentata dal 50° percentile.  Chi occupa invece la 70° posizione, e così tutti quelli che ricadono al 70° percentile, saranno un po’ più alti della media.

Data creazione: 
25/03/2021
Data di aggiornamento: 
25/03/2021
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