Le più importanti riviste di medicina, il British Medical Journal, Lancet, PlosOne, cominciano a richiamare l’attenzione dei medici sulla nuova moderna “epidemia” di eccessive indagini che hanno come conseguenza il fatto che molte persone sono soggette ai potenziali effetti nocivi dei trattamenti senza avere alcun beneficio per la salute.
Uno studio condotto nella UCO Clinica Ostetrica e Ginecologica del nostro Istituto e pubblicato su Archives of Gynecology and Obstetrics nell’aprile del 2016, conferma che spesso medici e pazienti richiedono esami in eccesso, inappropriati in base alle indicazioni scientifiche, nella speranza di essere più protetti e sicuri. Gli autori mettono in evidenza come la gran parte di questi esami non aumentano le probabilità di cogliere malattie ma espongono i pazienti a rischi inutili e a spese immotivate.
Lo studio riguarda gli esami a cui si sottopongono le pazienti per avere una diagnosi precoce di tumore dell’endometrio, cioè di una parte dell’utero.
La valutazione del rischio, sottolineano i ginecologi del Burlo, richiede una prima considerazione di tipo epidemiologico: quante sono le probabilità, in base all’età ed alle caratteristiche della donna di avere la malattia? La malattia ha un’evoluzione così veloce che un ritardo di diagnosi di qualche mese può peggiorare la sopravvivenza? Ma soprattutto il rischio di provocare un danno alla salute
( ad esempio un’infezione) eseguendo l’esame è più alto del rischio di sviluppare la malattia stessa?
Il cancro dell’endometrio è una malattia a lenta progressione che si associa ad alta sopravvivenza.
In Italia e in particolare in Friuli Venezia Giulia la mortalità è diminuita molto negli ultimi 10 anni. La diagnosi in genere viene fatta molto precocemente in quanto le donne affette da questa malattia sono  in post menopausa e riprendono ad avere sanguinamento il che costituisce un evidente campanello d’allarme. In questo caso vengono sottoposte ad un esame della cavità uterina
chiamato isteroscopia.
Negli ultimi anni la tecnologia ci ha fornito strumenti, in particolare isteroscopi di piccolissime dimensioni, utilizzabili ambulatorialmente. Questo ha determinato un notevole aumento della domanda per una procedura che è vissuta come “semplice” ma che comunque può essere gravata da complicanze, come tutti gli atti medici: rischio d’infezioni, di lesioni all’utero etc.
Gli autori hanno considerato 2670 richieste d’isteroscopia che sono state inviate al loro servizio tra il 2012 ed il 2014, valutandone l’appropriatezza in base alle evidenze scientifiche ed alle indicazioni delle principali società dei medici Americani, Canadesi, Europei.
Il 33% delle richieste di procedure si sono dimostrate inappropriate: le pazienti non avevano rischio di cancro dell’endometrio e l’esame si è rivelato negativo.
I tumori sono stati riscontrati solo nelle procedure considerate dai criteri scientifici corrette cioè in pazienti con caratteristiche classificate “ a rischio”.
Gli autori concludono che ogni servizio dovrebbe eseguire periodicamente una revisione della sua casistica in base alle progressive nuove conoscenze della medicina. Questo determinerebbe un grosso vantaggio e una maggior sicurezza per la salute degli utenti e inoltre si tradurrebbe in un evidente risparmio economico. In un periodo in cui sembrano mancare le risorse il fatto di concentrare la propria attenzione sulla popolazione a maggior rischio si traduce in maggiore efficacia ed efficienza del sistema sanitario.

F.Scrimin, U Wiesenfeld, EF Galati, L Monasta, G Ricci Histeroscopic chasing for endometrial cancer in a low-risk population: risks of overinvestigation. Arch Gynecol. Obstet.  - 2016

Locandina evento 10 giugno "Percorsi condivisi in ginecologia"

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