La dislessia, o disturbo specifico di lettura, è definita come una difficoltà a leggere in modo corretto e fluente. Il livello acquisito nel processo di decodifica, misurato ai test standardizzati somministrati individualmente, si colloca al di sotto di quanto previsto in base all’età cronologica del soggetto, alla valutazione psicometrica dell’intelligenza e a un’istruzione scolastica adeguata all’età. (DSM 4; WHO, 1993)

La dislessia è relativamente frequente in età pediatrica, ma di fatto non si sa con precisione quanti bambini in Italia ne siano affetti. Per tale motivo alcuni anni fa le maggiori associazioni e istituzioni che in Italia si occupano di bambini con dislessia hanno costituito un Comitato Epidemiologico Nazionale sulla Dislessia (CENDi), definendo così metodi e strumenti per la realizzazione di uno studio di prevalenza a livello nazionale.

I ricercatori del reparto di Neuropsichiatria Infantile e del Servizio di Epidemiologia e Biostatistica di questo Istituto, oltre a collaborare alle attività di coordinamento della ricerca nazionale, hanno condotto uno studio pilota in Friuli Venezia Giulia, i cui risultati sono stati recentemente pubblicati sulla prestigiosa rivista internazionale Plos One.

Lo studio in Friuli Venezia Giulia, realizzato in collaborazione con l'Ufficio scolastico Regionale e grazie a un finanziamento della Direzione Centrale Salute della Regione, ha coinvolto 94 classi e più di 1500 bambini di 4a elementare, che sono stati sottoposti a 3 successivi livelli di approfondimento, due condotti a scuola e uno presso la Neuropsichiatria Infantile dell'IRCCS Burlo Garofolo. (1)

I principali risultati dello studio sono:

  1. la prevalenza di dislessia in una popolazione scolastica non selezionata appare elevata (3,1% dei bambini analizzati);
  2. solo l'1% della popolazione studiata possedeva una diagnosi di dislessia precedente allo studio.

Emerge quindi che la dislessia appare una condizione frequente ma sottostimata, se si considera che 2 bambini dislessici su 3 non vedono riconosciuto il loro disturbo durante gli anni della scuola elementare, anche quando è chiaramente identificabile. La diagnosi precoce è di estrema rilevanza per i bambini affetti, tant’è vero che la letteratura internazionale ha dimostrato come la dislessia sia un fattore di rischio specifico per comportamenti ansiosi e depressivi, e per fallimento scolastico, specie durante l'adolescenza.

Inoltre, molte sono le strategie che possono essere messe in atto per aiutare i bambini dislessici una volta formalizzata la diagnosi. Ad esempio, una recente ricerca realizzata sempre presso l'IRCCS Burlo Garofolo ha sottolineato come l'utilizzo di un testo con spaziatura "extra-large" porti ad un miglioramento significativo della prestazione di lettura, senza necessità di alcuna riabilitazione specifica. (2)

I risultati ottenuti in Friuli Venezia Giulia potranno essere confermati dallo studio nazionale attualmente in corso in numerose aree e regioni italiane quali Veneto, Lazio, Abruzzo, Molise, Puglia, Sardegna, Marche, Umbria.

 

1) Barbiero C, Lonciari I, Montico M, Monasta L, Penge R, Vio C, Tressoldi PE, Ferluga V, Bigoni A, Tullio A, Carrozzi M, Ronfani L; CENDi (National Committee on the Epidemiology of Dyslexia) working group; Epidemiology of Dyslexia of Friuli Venezia Giulia working group (FVGwg). The submerged dyslexia iceberg: how many school children are not diagnosed? Results from an Italian study.  PLoS One 2012;7(10):e48082.

2) Zorzi M, Barbiero C, Facoetti A, Lonciari I, Carrozzi M, Montico M, Bravar L, George F,  Pech-Georgel C, Ziegler JC. Extra-large letter spacing improves reading in dyslexia.Proc Natl Acad Sci U S A 2012;109(28):11455-9. 

 

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