Nero corvino, castano dorato, rosso pel di carota o biondo cenere: a decidere il colore dei nostri capelli sono ben 124 geni 'parrucchieri', di cui oltre 100 avevano operato finora in 'incognito' senza che nessuno sapesse del loro ruolo. Per scoprirli c'è voluta una task force internazionale che ha analizzato il Dna di oltre 300.000 persone di origine europea, incluse migliaia di italiani.

I risultati, importanti per salvare la pelle dai tumori ma anche per dare la caccia ai criminali, sono pubblicati sulla rivista Nature Genetics da una collaborazione coordinata dal King's College di Londra e dall'Erasmus University Medical Center di Rotterdam, con la partecipazione dell'Università di Trieste e degli Irccs Burlo Garofolo e Ospedale San Raffaele di Milano.

"Questo è il più grande studio mai realizzato sull'origine genetica della pigmentazione dei capelli", dice Paolo Gasparini, genetista medico dell'Università di Trieste e all'Irccs Burlo Garofolo. "Noi abbiamo contribuito analizzando il Dna di oltre 4.000 persone che rientrano nel Network Italiano Isolati Genetici, la rete che unisce popolazioni geneticamente omogenee per effetto dell'isolamento geografico e della scarsa immigrazione: ne fanno parte diverse comunità del Parco Genetico Friuli Venezia Giulia, della val Borbera tra Piemonte e Liguria, e del Comune di Carlantino in Puglia". Per ciascun individuo, l'analisi del Dna è stata associata al colore dei capelli, valutato secondo una scala scientifica: tutte le informazioni così ricavate sono state poi unite ai dati raccolti da altri grandi database genetici, come quelli della Biobanca britannica e della società biotech californiana 23andMe. "I risultati hanno permesso di individuare le varianti genetiche più comuni legate al colore dei capelli: finora ne conoscevamo una dozzina, mentre adesso siamo arrivato a più di 120", spiega l'esperto. "Oltre ad essere un notevole passo avanti nella conoscenza della biologia umana, questa scoperta è importante perché ci aiuterà a combattere i tumori della pelle come il melanoma, e ad intervenire su malattie ereditarie della pigmentazione come la vitiligine. Inoltre potrà essere d'aiuto alla medicina forense, ad esempio per ricostruire il colore dei capelli di un criminale partendo dal suo Dna". Ora che la lista dei geni 'parrucchieri' ha preso corpo, non resta che capire come collaborano nel loro 'salone': "serviranno nuovi studi funzionali - conclude Gasparini - per scoprire quali geni hanno un peso maggiore e quali collaborano fra loro in network". (ANSA).

Data creazione: 
16/04/2018

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