Nasceranno a partire da agosto i primi bambini concepiti con sistemi di fecondazione eterologa all’Irccs Burlo Garofolo di Trieste, i primi del Friuli Venezia Giulia. Lo ha annunciato il dott. Giuseppe Ricci, direttore della Clinica Ostetrica e Ginecologia, che ha confermato l’esito positivo delle prime fecondazioni eterologhe effettuate all’ospedale materno infantile di Trieste.  Su sei coppie che hanno avviato il processo, cinque sono giunte a concepimento.
 
La fecondazione eterologa (quella che si effettua utilizzando ovociti o spermatozoi donati da una terza persona estranea alla coppia, anonima) è stata autorizzata circa un anno fa in Italia a seguito di una sentenza della Corte Costituzionale, disciplinata in Friuli Venezia Giulia da un decreto della giunta regionale che ne fissa i limiti di età e regolamenta i costi e materialmente avviata a partire dallo scorso ottobre.
 
“Delle sei pazienti ammesse in questi primi mesi alla fecondazione eterologa – ha spiegato Ricci – cinque donne hanno portato a buon fine il concepimento, le gravidanze sono in corso e le nascite attese a partire da agosto”.
 
Per l’Istituto triestino si tratta di un importante risultato, legato alla qualità e alla tecnica avanzata sviluppata nel corso degli anni. “I risultati ottenuti in questi anni a Trieste sul fronte della fecondazione assistita sono rilevanti – ha confermato Ricci – le performance di successo sono elevate, e si riflettono anche sul tema della fecondazione eterologa. Abbiamo aderito ai protocolli nazionali e attivato tutte le procedure necessarie non appena è stato permesso dalle norme nazionali, dal decreto applicativo regionale e dagli aspetti tecnici di reperimento dei gameti, e i risultati oggi sono concreti”.
 
I risultati riguardano anche la capacità di attrazione dell’IRCCS Burlo Garofolo sul tema della fecondazione assistita, omologa e oggi anche eterologa: “Un Istituto di terzo livello come il nostro – ha spiegato il direttore generale, dott. Gianluigi Scannapieco -  sta lavorando con grande impegno per fare leva sulle tecniche di fecondazione assistita al fine di attrarre pazienti: i risultati sono incoraggianti, abbiamo centinaia di richieste di avviare le procedure di fecondazione eterologa da famiglie provenienti da tutta Italia, e questo è un indicatore di qualità e di futuro sviluppo per l’Istituto”.
 
Il Friuli Venezia Giulia, dopo la Toscana, è la seconda regione italiana ad aver concretamente avviato la fecondazione eterologa disciplinata sulla base dei LEA, ovvero come procedura prevista dal servizio sanitario regionale: vi possono accedere coppie la cui donna non abbia superato i 43 anni di età, e il costo del procedimento – se portato avanti fino alla fine – non supera i 500 euro. Per quanto attiene invece la donazione degli ovociti o degli spermatozoi, l’approvvigionamento è centralizzato a livello regionale, e gestito dall’AAS 5 Friuli Occidentale.

Data creazione: 
22/02/2016

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