Il direttore generale dell’Irccs triestino e tutta la direzione strategica sono assolutamente contrari all’ipotesi di integrare il Burlo in Asugi eliminandone, di fatto, l’autonomia

L’ipotesi di “sciogliere” il Burlo dentro Asugi, riducendolo a dipartimento della stessa Asugi, emersa nei giorni scorsi durante un convegno della Uil, trova del tutto contraria l’attuale direzione strategica dello storico Irccs Materno Infantile triestino, considerato uno dei gioielli della sanità nazionale. La forte voce in dissenso di tutti gli operatori del Burlo è affidata al direttore generale Stefano Dorbolò che contesta l’idea partendo da motivazioni tecniche e non entrando in motivazioni politiche che “ovviamente – chiarisce – non mi competono”.

In una nota ampia e dettagliata, Dorbolò afferma: «Prendo atto di quelle che sono le proposte emerse dall’incontro della Uil. Rispetto il pensiero di tutti, ma evidentemente in questo caso il mio è completamente antitetico. Del resto, ciò era evidentemente chiaro agli organizzatori nel momento in cui nel trattare il tema della salute materno infantile hanno invitato tutti i direttori della regione tranne quello dell’Istituto che costituisce il riferimento come hub regionale nel campo della sanità infantile. Il mio mandato - continua il direttore generale del Burlo - è quello di applicare le scelte della pianificazione regionale: il modello organizzativo disegnato dalla L.R. 22/2019 che ha previsto la strutturazione del Burlo in una sede diversa da quella istituzionale per le funzioni di pediatria e di ostetricia e ginecologia, al fine di avvicinare i suoi professionisti alle necessità delle mamme e dei bambini. Un mandato chiaro che è quello di difendere l’autonomia e specificità dell’Istituto nel suo ruolo di riferimento regionale e nazionale come hub nell’area materno – infantile e come Irccs riconosciuto dal Ministero. La Regione – sottolinea Dorbolò - ha sempre salvaguardato l’autonomia del Burlo. L’Istituto ha una storia di 166 anni e da 54 ottiene periodicamente il riconoscimento ministeriale come Irccs. Questa direzione lavora per difendere il passato con la storia della pediatria di Trieste, il presente con la qualificata attività dei suoi professionisti e per creare le precondizioni di un futuro sviluppo. Si può davvero credere – chiede il direttore generale - che i decisori regionali non conoscano il modello che prevederebbe di fatto la riconduzione del Burlo a presidio di Asugi o a un suo Dipartimento? La verità - chiarisce con forza Dorbolò - è che nel momento delle scelte questa ipotesi è stata sempre rigettata. Non a caso, anche l’Assessore e Vicepresidente, Riccardi non ha mai parlato di questa operazione e mi risulta peraltro non essere stato presente all’incontro nel momento in cui è stato trattato questo argomento.
Ripeto – continua - credo fortemente nel modello di integrazione previsto dalla nostra Legge Regionale che consentirà all’Istituto uno sviluppo e un riconoscimento ancora più ampio di quello che ha già, mantenendo la sua storica e autonoma identità. Le sinergie previste garantiranno percorsi clinico-assistenziali con migliore qualità e sicurezza delle cure erogate. E quando dico sinergie – conclude il direttore generale dell’Irccs - ribadisco che non azzereremo nessun virtuoso processo clinico assistenziale, in particolar modo riconoscendo l’eccellenza raggiunta a Monfalcone nei processi assistenziali territoriali delle professioni sanitarie che saranno valorizzate. In un sistema di tutela e di garanzia dei professionisti che potranno continuare a operare in un sistema multidisciplinare di confronto continuo».

Data creazione: 
10/06/2022
Data di aggiornamento: 
10/06/2022

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