EVENTO FORMATIVO SUL PROGETTO EUROPEO INTEGRA VOLTO AD AFFRONTARE I PROBLEMI DELLA SALUTE RIPRODUTTIVA DELLE DONNE STRANIERE

Nell’ambito del Progetto INTEGRA per tutelare la salute riproduttiva delle donne straniere, il Burlo, in qualità di coordinatore, ha programmato un evento formativo che avrà luogo il 15 aprile, nell’aula magna della sede dell’ENAIP in Via dell’Istria

La partecipazione all’evento fornisce 4 crediti ECM. Hanno diritto a detti crediti i medici chirurghi specializzati in ginecologia e ostetricia, in medicina generale, in pediatria, in pediatria generale, in psichiatria; gli psicologi; gli infermieri, infermieri pediatrici; le ostetriche; gli assistenti sociali.

Il progetto INTEGRA ha studiato il fenomeno della migrazione delle donne straniere in Friuli Venezia Giulia e in Slovenia in relazione alla salute riproduttiva, dal punto di vista statistico, epidemiologico e dal punto di vista delle donne e degli operatori. Si sono elaborate anche Linee Guida e proposti indicatori come utili strumenti per giudicare l’efficacia e l’efficienza del lavoro dei sistemi e operatori sanitari. L’evento formativo vuole dirigere l’attenzione al mondo da cui le pazienti provengono, focalizzando proposte operative per gli amministratori e gli operatori della salute.

Locandina evento IRCBG_190004 Progetto INTEGRA - 15 aprile 2019

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Si può fare! Sorridono i medici del Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia del Burlo che sono riusciti ad aggiudicarsi un finanziamento Europeo nell’ambito del programma Interreg Italia Slovenia.

Nonostante i ritmi di lavoro in prima linea, la sala operatoria, la sala parto, gli ambulatori e tutte le attività frenetiche che accompagnano la giornata, il team del Burlo ce l’ha fatta. La partecipazione alle gare per progetti Europei è tecnicamente impegnativa ed i bandi sono selettivi, la collaborazione con l’Università di Trieste, l’Ospedale di Postumia, l’Università Slovena del Litorale ha dato buoni risultati.

La necessità di acquisire finanziamento e supporto nell’affrontare il problema della salute riproduttiva di donne straniere provenienti da paesi e contesti culturali molto eterogenei è nata dalla esperienza quotidiana di lavoro al Burlo.

Migrano le donne sane giovani, in età riproduttiva e i pronto soccorsi e le sale parto degli ospedali ne hanno immediata evidenza. Ci siamo dovuti confrontare con problematiche nuove, spiegano gli operatori sanitari: difficoltà di dialogo dovute a barriere linguistiche e abitudini a relazioni con i medici del sistema sanitario diverse, rappresentazioni corporee diverse.

I dati del rapporto CeDAP Nascere in FVG, 2013, del resto superati, confermano quello che noi vediamo ogni giorno con i nostri occhi: nel periodo 2005-2013 si è riscontrato un trend in aumento della percentuale di parti da madre con cittadinanza straniera che passa dal 16,2% del 2005 al 23,8% del 2013. La maggior quota è rappresentata da donne extracomunitarie.  Se confrontato con il dato nazionale in FVG la percentuale di parti da donne straniere risulta superiore. I dati relativi agli aborti spontanei ed alle interruzioni di gravidanza sono simili: nel 2012 la percentuale di aborti in donne con cittadinanza straniera è del 36%.

Le nostre osservazioni confermano i dati OMS: le donne migranti hanno meno accesso alla prevenzione e quindi alla contraccezione in quanto non ne hanno cultura o non riescono a relazionarsi con il sistema sanitario che non conoscono. Arrivano quindi più facilmente all’ospedale ed in emergenza: vediamo alla prima visita dopo le 12 settimane di gravidanza le donne molto giovani, sotto i 20 anni (19%) con scolarità elementare o nessun titolo (18,3%), straniere (12%). Il mancato accesso alla prevenzione spesso porta a cure di emergenza più costose (aborto invece di contraccezione).

Il dialogo culturale a volte può essere molto difficile: pensiamo alla difficoltà di spiegare la prognosi di fronte ad una gravidanza con feto fortemente malformato o la raccolta di un consenso informato per procedure mediche o chirurgiche complesse. Queste complessità non sono dovute solo a barriere linguistiche ma anche a difficoltà relazionali dovute al grado di istruzione delle pazienti e al bagaglio culturale, religioso e tradizionale che ogni donna porta con sé dal paese di origine.  La sfera riproduttiva è carica di implicazioni culturali.

Il lavoro al Burlo si avvale di un’ostetrica, una psicologa ed una sociologa che affiancheranno gli operatori sanitari nei Servizi a più alta affluenza di donne straniere, dialogheranno con le pazienti approfondendo anche con questionari mirati le loro problematiche. Del gruppo farà parte anche un team di mediatrici culturali.

Amministrazione Trasparente