Lo studio durato cinque anni ha permesso di spiegare i probabili motivi dell’agitazione al risveglio in alcuni dei piccoli pazienti

Nell’ambito delle ricerche dedicate alla comprensione degli effetti avversi della ketamina nei bambini, un nuovo studio dell'Irccs Burlo Garofolo di Trieste, guidato dal professor Gabriele Stocco e dalla dottoressa Marianna Lucafò dell’Università degli Studi di Trieste, in collaborazione con il Dipartimento di Pediatria, specificatamente in collaborazione  con  dottor Giorgio Cozzi del Pronto Soccorso Pediatrico, ha identificato promettenti prospettive nell’ambito di biomarcatori predittivi, aprendo nuovi scenari futuri nella personalizzazione dei trattamenti sedativi pediatrici.

Dottor Cozzi, cos’è, quando si usa e quali effetti la ketamina in ambito pediatrico?
In ambito pediatrico, la ketamina rappresenta oggi il farmaco di prima scelta per la sedazione durante procedure dolorose in emergenza, grazie al suo eccellente profilo di sicurezza. Tuttavia, nonostante i suoi vantaggi, una percentuale non trascurabile di bambini, attorno al 15%, sviluppa effetti collaterali come vomito o significativa agitazione al risveglio, con vissuti sgradevoli, condizioni mai pericolose, ma che possono risultare particolarmente stressanti sia per i piccoli pazienti che per le loro famiglie. Finora non esistevano biomarcatori capaci di prevedere quali pazienti fossero a maggior rischio di sviluppare questi effetti indesiderati.
Dottoressa Lucafò, come si possono identificare in anticipo questi pazienti a rischio?
Il nostro studio ha esplorato una strada innovativa, analizzando particolari molecole - i microRna - contenute in vescicole extracellulari che i neuroni rilasciano nel sangue e che possono fornire preziose informazioni sullo stato del sistema nervoso.
Com’è stato condotto lo studio?
Lo studio ha coinvolto 50 bambini di età compresa tra 1 e 17 anni, sottoposti a sedazione con ketamina
Analizzando i campioni di sangue raccolti prima della sedazione, i ricercatori hanno identificato specifici schemi di microRna nelle vescicole extracellulari che potrebbero fungere da "spie" per prevedere lo sviluppo di effetti collaterali. In particolare, l'analisi molecolare ha rivelato che tre specifici microRna (miR-18a-3p, miR-484 e miR-548az-5p) potrebbero predire con un'accuratezza superiore all'80% il rischio di sviluppare questi effetti collaterali.
Quali sono i meccanismi biologici coinvolti?
Lo studio ha rivelato che i pazienti che sviluppano effetti avversi presentano alterazioni nei sistemi di neurotrasmissione glutammatergica, dopaminergica e colinergica, ovvero i sistemi coinvolti sia nel cosiddetto bad trip, ovvero cattivo risveglio con agitazione, sia nel meccanismo del vomito.
Di particolare interesse è risultata la ridotta espressione della proteina codificata dal gene GRIN2A, che potrebbe spiegare perché alcuni bambini sviluppano agitazione al risveglio.
Quali sono le implicazioni pratiche di queste scoperte?
In futuro, un semplice esame del sangue prima della sedazione potrebbe permettere di identificare i bambini a maggior rischio di effetti collaterali, consentendo ai medici di adattare il protocollo di sedazione alle caratteristiche individuali di ogni paziente.
Si può considerare questo studio definitivo o serviranno ulteriori approfondimenti?
Naturalmente, come ogni studio pionieristico, anche questo presenta alcune limitazioni. Il numero relativamente contenuto di pazienti e l'assenza di una coorte di validazione indipendente suggeriscono la necessità di ulteriori conferme su gruppi più ampi di pazienti. Inoltre, l'alta frequenza di eventi avversi osservata potrebbe essere legata alle dosi relativamente elevate di ketamina utilizzate per procedure particolarmente dolorose. Nonostante queste limitazioni, lo studio rappresenta un importante passo avanti verso una gestione più sicura e personalizzata della sedazione pediatrica. La possibilità di prevedere gli effetti collaterali prima della somministrazione del farmaco non solo potrebbe migliorare la sicurezza delle procedure, ma potrebbe anche ridurre l'ansia di genitori e personale sanitario, contribuendo a un'esperienza complessivamente migliore per i piccoli pazienti.
Quali sono le prospettive future?
Il nostro gruppo di ricerca sta continuando su questa strada, e sono in corso ulteriori approfondimenti su una coorte maggiore di pazienti.
Chi volesse approfondire lo studio, come può fare?
Il paper completo pubblicato su Clinical Pharmacology & Therapeutics e sostenuto dal Ministero della Salute è disponibile al link https://ascpt.onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/cpt.3420 per chi volesse approfondire gli aspetti più tecnici della ricerca.

Data creazione: 
13/03/2025
Data di aggiornamento: 
13/03/2025

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