Progetto interdisciplinare sulla malattia da rigetto (GVHD) con la partecipazione della pediatria e del centro trapianti di midollo osseo del burlo si è aggiudicato un bando del PNRR

Il progetto sviluppato con il coordinamento della Azienda Ospedaliero Universitaria Vanvitelli di Napoli e, seguito per il Burlo dalla dottoressa Natalia Maximova e dal professor Egidio Barbi avrà durata biennale e ha ottenuto un finanziamento di 930mila euro.

Lo scorso novembre, l’Irccs Materno Infantile “Burlo Garofolo” ha vinto un progetto di ricerca applicata nell’ambito del bando del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), per lo studio di Malattie Croniche non Trasmissibili ad alto impatto sui sistemi sanitari e socioassistenziali.
Il titolo del progetto, finanziato con 930mila euro, è: “Trained immunity in the inflammatory cascade of chronic inflammatory skin diseases: possible checkpoints and new therapeutic targets” e avrà una durata complessiva di 24 mesi, che potranno essere ulteriormente estesi per altri 6 qualora risulti necessario per il completamento delle analisi.
Il progetto è stato sviluppato con il coordinamento dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Luigi Vanvitelli di Napoli, e vede la partecipazione, oltre che del Burlo Garofolo, con i responsabili professor Egidio Barbi e dottoressa Natalia Maximova, anche dell’Università di Salerno e dell’Università di Ferrara.

Dottoressa Maximova, come si è sviluppato il progetto e quali sono i suoi obiettivi?
Si tratta di un progetto interdisciplinare che prevede di utilizzare metodi, approfondimenti e tecnologie di varie discipline (dermatologia, immunologia, biologia cellulare e molecolare, pediatria, oncologia, farmacologia, biochimica), grazie all’esperienza professionale complementare dei ricercatori coinvolti.
Il nostro Istituto, dopo una consolidata collaborazione con l’ateneo di Ferrara (professoresse Paola Secchiero e Annalisa Marcuzzi), ha preso parte a questa proposta con il Dipartimento di Pediatria diretto dal professor Egidio Barbi e in particolare con il Centro Trapianti di Midollo Osseo e Terapia Cellulare di cui sono dirigente responsabile, con l’obiettivo di identificare bersagli (target) molecolari efficaci, nell’ambito di una medicina personalizzata, per i pazienti che presentano le manifestazioni cutanee della malattia cronica del trapianto contro l’ospite (la malattia da rigetto nota con l’acronimo inglese Gvhd che sta per Graft Versus Host Disease, letteralmente malattia del trapianto contro l’ospite). In particola la Gvhd si verifica quando le cellule del donatore riconoscono le cellule sane del ricevente come estranee e le attaccano. È una complessa sindrome a patogenesi immunologica, e decorso progressivo, che porta a elevato tasso di mortalità e influenza pesantemente la qualità della vita. I tessuti coinvolti sono sovvertiti e sviluppano lesioni fibrotiche o atrofiche, analogamente ad altre malattie infiammatorie croniche.
Il trattamento di prima linea è quello con cortisone, ma circa 40-60% dei pazienti sviluppano velocemente resistenza agli steroidi o diventano steroide-dipendenti, con il rischio di subire le gravi complicazioni dovute al trattamento.
Principale obiettivo di questo Progetto è approfondire il ruolo del sistema immunitario innato nello sviluppo di diverse malattie infiammatorie autoimmuni e croniche della pelle. In queste patologie è coinvolta la cosiddetta trained immunity (letteralmente immunità addestrata) L'immunità addestrata è una modifica funzionale a lungo termine delle cellule del sistema immunitario innato (quelli che operano la classica reazione infiammatoria) che porta a una risposta alterata a una seconda sfida immunologica non correlata. Nella patogenesi di malattie autoinfiammatorie quale ad esempio l’artrite reumatoide o l’artrite psoriasica, si ipotizza un ruolo della trained immunity nella patogenesi delle patologie cutanee correlate a queste malattie. Per questo consideriamo di primaria importanza studiare il contributo della trained immunity nelle malattie infiammatorie croniche della pelle.

Quali sono le ipotesi sulla base delle quali vi state muovendo?
È ipotizzato che la regolamentazione del sistema immunitario svolga un ruolo simile a quello evidenziato nelle malattie autoimmuni.
Dal momento che ogni paziente può dare risposte diverse, la gestione per il trattamento di queste malattie dermatologiche va personalizzata.

Come pensate si possa agire sul lato del trattamento?
Data la variabile efficacia e gli effetti collaterali anche gravi dei farmaci attualmente disponibili, abbiamo proposto la sperimentazione su modelli cellulari e su campioni ex vivo di farmaci veicolati da nanoparticelle. Effettivamente le nanoparticelle possono migliorare la biodisponibilità dei farmaci a livello transdermico nella sede dell’infiammazione, nonché diminuire gli effetti collaterali riducendo la dose del farmaco. L'uso di nanofarmaci che portano i suddetti composti a un particolare tipo cellulare potrebbe evitare gli effetti dannosi causati dall’inibizione non specifica di vie metaboliche coinvolte nella trained immunity. Inoltre, l'uso di nanocarrier, costituito da lipidi simil-pelle, permette di ripristinare la barriera cutanea alterata di pazienti affetti da dermatite, migliorando il film lipofilo della cute e idratandone lo strato corneo, e migliorando allo stesso tempo la permeabilità dei farmaci per aumentarne l’efficacia sulla cute affetta.

In generale quali progressi e vantaggi vi attendete grazie al vostro studio?
La combinazione di analisi immunometaboliche su modelli cellulari e campioni ex vivo provenienti da pazienti possono far prevedere le risposte terapeutiche più efficaci sia a livello molecolare che sistemico. Lo scopo finale è quello di individuare nuovi farmaci potenzialmente specifici in una prospettiva di medicina personalizzata. Lo studio potrebbe essere di grande beneficio per i pazienti cGvhd, che attualmente non hanno a disposizione un efficace trattamento farmacologico e per i soggetti affetti da malattie infiammatorie della pelle che non rispondono alle terapie convenzionali.
Il nostro progetto potrebbe portare a un significativo progresso nella conoscenza di tali malattie e allo sviluppo di nuovi trattamenti in tempi piuttosto brevi, anche grazie al riposizionamento (off label) di farmaci utilizzati per altre patologie.
Considerando, inoltre, la prevalenza e l'incidenza delle malattie dermatologiche croniche e il deterioramento della qualità della vita, la capacità e produttività dei pazienti, ed il costo attuale dei trattamenti e del follow-up, la possibilità di chiarire e interrompere il circolo autoinfiammatorio con nuove terapie, è di enorme valore.

 

Data creazione: 
30/12/2022
Data di aggiornamento: 
30/12/2022
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