UNA RICERCA DEL BURLO SULL’UTILIZZO DEI PREPARATI MAGISTRALI ALL’INTERNO DELLA RETE REGIONALE DELLE CURE PALLIATIVE PEDIATRICHE

Pubblicati su “Palliative Medicine” i risultati del lavoro svolto con un questionario somministrato a 34 caregivers e che ha evidenziato l’utilità dei preparati galenici

I bambini affetti da malattie inguaribili eleggibili alle Cure Palliative Pediatriche (Cpp) specialistiche richiedono una complessa assistenza, che incide pesantemente sulla qualità di vita dei caregiver (che sono, nella maggior parte dei casi, i genitori).

Una componente rilevante dell’assistenza a domicilio è la gestione della terapia. Gran parte di questi bambini sono portatori di gastrostomia percutanea (Peg) o sondino naso-gastrico (Sng) e spesso richiedono molteplici terapie che devono essere preparate e adeguate alla somministrazione attraverso questi dispositivi. Inoltre, le formulazioni dei farmaci disponibili sul mercato spesso non sono adeguate a queste vie di somministrazione, con conseguente rischio di ostruzione del dispositivo. I preparati magistrali (o galenici) sono farmaci allestiti ad hoc per soddisfare le necessità del singolo paziente (peso, via di somministrazione dei farmaci), seguendo le indicazioni della farmacopea di riferimento. Negli ultimi anni molti lavori ne hanno riportato l’efficacia sia dal punto di vista terapeutico sia di somministrazione.

Al riguardo è stato condotto uno studio descrittivo sui bambini seguiti dalla Rete Regionale di Cure Palliative Pediatriche (con sede all’Irccs Burlo Garofolo) e afferenti ai tre principali ospedali pediatrici della regione (Trieste, Udine, Pordenone) per valutare attraverso un questionario la complessità della gestione domiciliare della terapia e l’efficacia dei preparati galenici. Sono stati esclusi i bambini oncologici perché solitamente sono portatori di un catetere venoso centrale attraverso cui vengono somministrate le principali terapie e perché, quando eleggibili alle cure palliative specialistiche, sono principalmente in una condizione di fine-vita.

Il lavoro a cui ha partecipato la specializzanda in pediatria, Francesca Burlo, è stato recentemente pubblicato su “Palliative Medicine”.


Dottoressa Burlo, quante persone hanno compilato il questionario e quali bambini assistevano?

Il questionario è stato somministrato a 34 caregivers. Diciotto bambini (53%) erano seguiti dall’Irccs Burlo Garofolo, otto (23.5%) dal reparto di Pediatria dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine, e otto (23.5%) dal reparto di Pediatria dell’Ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone. L’età media dei bambini era otto anni e mezzo. Otto (23.5%) erano affetti da asfissia neonatale, 16 (47.1%) da patologie genetiche, uno (2.9%) da patologia congenita, quattro (11.8%) da patologie acquisite e cinque (14.7%) da patologie sconosciute, tutti eleggibili alle cure palliative pediatriche. 14 bambini (41.2%) assumevano i farmaci per via orale, uno (2.9%) via Sng, 18 (53%) via Peg e uno (2.9%) sia per via orale che per Sng.

Mediamente i bambini assumevano 6.4 farmaci al giorno, in 10 diverse somministrazioni, che complessivamente richiedevano almeno 47 minuti per essere preparati e somministrati. Ventinove caregivers (85.3%) dovevano manipolare i farmaci prima della somministrazione (es. frantumarli, scioglierli) in modo da renderli adeguati al Sng/Peg. Undici caregivers (32.4%) impostavano sveglie per ricordarsi di somministrare le terapie.

Quali risposte sono emerse dal questionario?

Fra i caregivers intervistati15 (44.1%) hanno dichiarato che la gestione domiciliare della terapia peggiorava ulteriormente la loro qualità di vita, mentre 19 (55.9%) la consideravano parte della routine quotidiana. Ventotto bambini (82%) erano o erano stati in terapia con preparati galenici (principalmente inibitori di pompa protonica, glicopirrolato e baclofene). Ventiquattro caregivers (70.6%) hanno riferito che il passaggio dal prodotto commerciale al preparato galenico ha significativamente migliorato la gestione della terapia, soprattutto grazie a una preparazione pronta all’uso e facile da somministrare. In due casi (5.9%), invece, il loro uso ha ulteriormente complicato la gestione, a causa dell’esigenza di conservare il preparato in frigorifero, con conseguenti difficoltà di trasporto. Altri due caregivers non hanno notato differenze. I preparati galenici erano principalmente distribuiti dalle farmacie ospedaliere, attraverso il Distretto Sanitario, in rari casi attraverso farmacie private.

A quali conclusioni siete giunti?

Questo studio ha evidenziato come la gestione domiciliare della terapia impatti fortemente sulla qualità di vita dei caregivers, la cui routine quotidiana è spesso cadenzata dalle multiple somministrazioni dei farmaci, che richiedono una grande quantità di tempo e spesso la loro manipolazione prima della somministrazione, comportando un elevato rischio sia di errore sia di scarsa aderenza alle terapie.

L’uso dei preparati galenici ha complessivamente migliorato e facilitato la gestione domiciliare delle terapie. Inoltre, questi preparati sono nettamente meno costosi di quelli industriali. Ad esempio, i costi di 1 mg di glicopirrolato sono 5.28 euro e 0.34 euro rispettivamente per il prodotto industriale e per lo sciroppo preparato dalla farmacia ospedaliera dell’Irccs Burlo Garofolo. L’uso di questo tipo di farmaci permette quindi anche di ridurre le spese a carico del Sistema Sanitario Nazionale.

Qual è in generale l’impegno del Burlo nel campo delle Cure Palliative Pediatriche?

Questo lavoro che ha coinvolto l’Ircss Burlo Garofolo, con l’equipe di Cure Palliative Pediatriche coordinato dalla dottoressa Lucia De Zen, e il dottor Davide Zanon responsabile del laboratorio galenico della farmacia ospedaliera, evidenzia, inoltre, l’attenzione che l’Irccs Burlo Garofolo dedica non solo a progetti di ricerca scientifica, ma anche di ricerca “assistenziale”, con l’obiettivo di migliorare sia la cura della malattia sia la cura della persona malata e della sua famiglia, obiettivo proprio delle cure palliative pediatriche. In questo ambito l’Istituto è sicuramente un polo a cui specialisti di tutto il territorio nazionale fanno riferimento come emerge dalla richiesta di interventi a corsi e convegni sia nazionali che internazionali e dai numerosi operatori che chiedono di poter frequentare il Centro regionale di Cpp. In futuro l’Irccs si propone di continuare a osservare e valutare gli aspetti legati all’assistenza, in particolar modo a domicilio, dei bambini affetti da malattie inguaribili con bisogni complessi per aiutare in primis le famiglie, ma anche il Sistema Sanitario regionale a trovare la modalità con cui rispondere al meglio ai loro bisogni.

L'immagine allegata ritrae il gruppo di lavoro ed è stata scattata al congresso SIFAP di giugno 2022, dove sono stati presentati i dati preliminari dello studio, con la dott.ssa Lucia De Zen, Davide Zanon e le sue collaboratrici Giada Bennati e Giulia Benericetti, e Francesca Burlo

Data creazione: 
11/05/2023
Data di aggiornamento: 
11/05/2023
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