Durante Trieste Next medici e ricercatori del Burlo hanno partecipato anche due conferenze-tavole rotonde, che hanno affrontato rispettivamente i temi: “La sostenibilità nel piatto: viaggio tra gusto e salute” e “Farmaci su misura: personalizzare le cure per il bene di tutti”, la prima tenuta in italiano, la seconda in inglese.

Nella prima tavola rotonda si è partiti dal fatto che I dati derivanti dalle sorveglianze nazionali sullo stato di salute e gli stili di vita di bambini e adolescenti (https://www.epicentro.iss.it/okkioallasalute/ https://www.epicentro.iss.it/hbsc/), di cui l’Irccs Materno Infantile “Burlo Garofolo” è coordinatore da 15 anni per la regione Friuli Venezia Giulia, mostrano una popolazione infantile con tassi di eccesso di peso fra i più alti d’Europa e sempre più orientata a stili di vita sedentari e abitudini alimentari scorrette che tendono a mantenersi anche in adolescenza, condizionando la salute dell’individuo anche in età adulta.

Le abitudini alimentari impattano però anche sull’ambiente, rendendo necessario coniugare una dieta sana con una sostenibile. Gli alimenti con un minor impatto ambientale sono infatti anche quelli che dovrebbero essere presenti di più sulle nostre tavole e che hanno un effetto protettivo per la salute a breve e lungo termine. È quindi importante educare alla sostenibilità alimentare sin dall’infanzia, poiché questo è uno dei periodi più sensibili della vita per acquisire le abitudini che poi si manterranno anche da adulti. 

A Trieste Next 2023, l’Unità di Epidemiologia Clinica e Ricerca sui Servizi Sanitari dell’Irccs ha proposto una tavola rotonda, con il supporto dalla dottoressa Cristina Serra (biologa e giornalista scientifica), per affrontare questi argomenti sotto diversi punti di vista, attraverso l’intervento di professionisti di rilevanza nazionale che hanno presentato anche esperienze concrete di buone pratiche sia a livello locale che extraregionale.

La dottoressa Luciana Baroni (medico specialista in neurologia e geriatria, presidente della Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana e membro della Società Italiana di Nutrizione Umana) ha declinato il concetto di sostenibilità alimentare, evidenziando come, a essere sostenibile non debba essere un singolo cibo, ma l’intera dieta di un individuo. «Le diete sostenibili – ha affermato - sono ritenute quelle in grado di apportare adeguati nutrienti a tutti gli abitanti del pianeta, nel rispetto dell’ambiente e della biodiversità, favorendo l’ottimizzazione delle risorse naturali e umane». La dottoressa Baroni ha, poi, ricordato come L’Hearth Overshoot Day, ossia il giorno nel quale l'umanità consuma interamente le risorse prodotte dal pianeta nell'intero anno, negli ultimi 50 anni vede una progressiva e preoccupante anticipazione, dal 31 dicembre (data stimata a livello teorico) al 2 agosto solo nel 2023. «I cicli produttivi dei cibi -ha aggiunto -, in particolar modo quelli utilizzati per la produzione degli alimenti di origine animale, risultano quelli che impattano maggiormente sulle risorse ambientali, in termini di materie prime, energia e altre risorse, e producono un notevole quantitativo di scorie quali gas serra, liquami e contaminanti biologici e chimici. Dal confronto dei vari stili alimentari (onnivoro, latto-ovo-vegetariano e vegano), ciò che emerge, è che sono le diete principalmente a base vegetale, possibilmente da colture biologiche, ad avere il minor impatto sull’ambiente».

Per educare alla sostenibilità alimentare si deve, dunque, partire dalle nuove generazioni. I primi anni di vita sono infatti un periodo “critico” nella vita di un individuo, inteso sia come finestra di vulnerabilità, ma anche di opportunità di apprendimento di abitudini che poi si manterranno anche da adulti.

Partendo da questo assunto, la dottoressa Laura Reali (pediatra di libera, membro dell’Associazione Culturale Pediatri, Presidente della Confederazione Europea dei Pediatri delle Cure Primarie e Presidente per la Regione Lazio della Società Italiana dei Medici per l’Ambiente), ha evidenziato l’importanza di garantire a ciascun bambino il diritto ad avere il migliore inizio possibile. Il cibo rappresenta il primo atto di una relazione che si instaura alla nascita di un bambino ed è rappresentato in primis dal latte materno, la soluzione alimentare migliore per il bambino e un investimento per la sua salute. «Garantire a tutti i bambini l’inizio migliore significa, quindi – ha chiarito -, investire sulla promozione, il sostegno e il supporto all’allattamento attraverso politiche sanitarie, ma anche attraverso il sostegno di tutta la comunità. Proseguire poi con un’alimentazione complementare responsiva, centrata sulle esigenze del bambino, costituita da alimenti sani e minimamente o non processati – ha continuato -, rafforza quella che dovrebbe essere la strada per un percorso alimentare sostenibile anche nelle fasi successive della vita». La dottoressa Reali ha poi spiegato, richiamando l’impatto sull’ambiente derivante dai processi produttivi dei cibi, in particolar modo di quelli ultra-processati, che si evidenzia l’importante ruolo che una riduzione dell’inquinamento avrebbe sulla salute dei bambini. Questi, infatti, sono i più vulnerabili ai contaminanti ambientali e ne entrano in contatto sin dalla pancia della madre, rendendo, di fatto, la loro esposizione maggiore rispetto a quella di un individuo adulto.

L’attenzione ad abitudini alimentari più sane e sostenibili deve, dunque, partire sia dalle scelte individuali sia dal supporto della comunità.  

In questo contesto il dottor Giulio Barocco (Servizio igiene degli alimenti e della nutrizionale, Dipartimento di Prevenzione Asugi Trieste) ha presentato alla comunità l’esperienza vissuta nelle attività istituzionali di verifica della ristorazione scolastica dei nidi di infanzia 0-2 anni nella provincia di Trieste, basandosi sui 16 punti delle Linee Guida Fao-Oms del 2019, per la definizione delle diete sane e sostenibile e seguendo le raccomandazioni Oms per l’organizzazione della ristorazione collettiva in generale. «È stata posta particolare attenzione – ha spiegato - sui punti che riguardano l’adozione, da parte di tutte le strutture pubbliche e private dei nidi di infanzia del territorio, di misure che permettano: il sostegno all’allattamento esclusivo nei primi sei mesi di vita; la garanzia di un’alimentazione complementare adeguata costituita da una dieta nutrizionalmente bilanciata, ricca di cibi vegetali e con apporti moderati di alimenti di origine animale; la garanzia di materie prime fresche o minimamente processate; la sicurezza alimentare. Questi punti – ha continuato - sono stati esplicitati nel documento regionale “Le linee d’indirizzo per l’alimentazione nei nidi d’infanzia 3 mesi 3 anni della Regione FVG”». Secondo quanto chiarito dal dottor Barocco, dal 2022 sono state verificate le cucine di 22 nidi di infanzia della provincia di Trieste (circa il 50%).

In 10 di queste strutture è stato fatto un ulteriore campionamento per valutare, oltre alla sicurezza alimentare, anche la capacità protettiva del pasto medio somministrato ai bambini e la presenza di composti critici quali quelli di imbrunimento da cottura (acrilamide). «Sebbene – ha aggiunto - i risultati delle analisi abbiano indicato che i pasti prodotti in queste mense garantiscono un corretto apporto di micronutrienti e un limitato contenuto di sostanze pericolose, hanno evidenziato comunque una gestione non completamente corretta nelle procedure di approvvigionamento e mantenimento dei materiali e oggetti a contatto con gli alimenti. Sono state, pertanto – ha concluso, attuate azioni correttive che permettono di regolare con ancora maggiore attenzione i sistemi di gestione della sicurezza alimentare. Sono state organizzate inoltre due giornate formative dedicate agli oltre 250 educatori e a tutti 75 cuochi e responsabili di produzione con lo scopo di sviluppare la cultura della sicurezza alimentare e nutrizionale».

Infine, il dottor Paolo Agostini (tecnologo alimentare, direttore e amministratore Albert Srl) ha riportato l’esperienza della Regione Marche nella somministrazione nelle mense scolastiche di pesce fresco locale (“a miglio zero”) grazie al progetto PappaFish di cui egli stesso è il promotore.  «Lo scopo del progetto - ha evidenziato - è di ridurre gli sprechi alimentari dettati da un alimento apparentemente critico e proporre una corretta educazione alimentare ai bambini. Nello specifico, il progetto ha coinvolto 120 comuni marchigiani, 482 scuole dell’infanzia e primarie per un totale di 70mila bambini, con la somministrazione di pesce fresco preventivamente pulito e sfilettato da laboratori specializzati. Sono stati poi svolti laboratori di educazione nelle scuole dove i bambini hanno conosciuto, toccato e cucinato le diverse specie ittiche». Secondo quanto spiegato dal dottor Agostini, l’efficacia del progetto è stata dimostrata dai risultati, ovvero, prima della sperimentazione veniva servito pesce congelato e veniva buttata più della metà della porzione (56% delle porzioni di pesce), ora lo scarto di pesce – questa volta fresco e locale – si è quasi azzerato (6.5%). «Inoltre, ha concluso -, sono aumentate le specie di pesce consumate dai bambini (alici, triglie, sardine, sgombri ecc.) e sono sorti otto laboratori nel Medio Adriatico nella lavorazione del pesce. Questo progetto conferma quindi l’efficacia delle azioni collettive nella diffusione di pratiche salutari ma anche sostenibili».

L’intera conferenza è disponibile al seguente link.


Nella seconda conferenza si è discusso di un nuovo modo di creare farmaci personalizzati per ogni paziente., ponendo in evidenza che oggigiorno i medici e farmacologi sono in grado di creare farmaci appositamente per ciascuno, basati sulle caratteristiche uniche come la storia medica e la chimica del corpo. L'obiettivo di questo approccio innovativo è trovare il farmaco perfetto e la sua giusta quantità per ciascuna persona per assicurarsi che funzioni bene e non causi danni. Si tratta, dunque, di un’evoluzione del modello standard in cui tutti i pazienti ricevono lo stesso farmaco, anche se in alcuni casi non funziona bene per loro.
Il professor Paolo Vicini (Chief Developement Officer presso la Conto Therapeutics di Gand), ha aperto il simposio illustrando il processo di sviluppo di nuovi farmaci, spiegando che si tratta di un viaggio non facile, non lineare, che bilancia la considerazione delle caratteristiche comuni fra pazienti, ma anche dell’unicità di ciascun paziente, per sviluppare terapie efficaci.

La dottoressa Marianna Lucafò (ricercatrice di Farmacologia all’Università di Trieste) ha illustrato strumenti innovativi per lo sviluppo di nuovi farmaci, gli organoidi, «che – ha spiegato - costituiscono un modello ideale in grado di rappresentare sperimentalmente la variabilità specifica di ciascun paziente. Sebbene rimangano diversi quesiti – ha aggiunto - su come realizzare al meglio questi modelli e sulla loro effettiva utilità, da affrontare attraverso ulteriori ricerche, l’applicazione degli organoidi certamente si amplierà nel prossimo futuro.

Il professor Oscar Della Pasqua (professore di farmacologia clinica all’University College di Londra) ha illustrato l’evoluzione in corso nel processo di sviluppo dei farmaci: «l’evoluzione – ha affermato - avviene continuamente, anche in questo tipo di attività e comprende al momento l’impiego di modelli matematici in grado di descrivere i processi a fare predizioni, basati anche sull’intelligenza artificiale. Tali modelli – ha concluso - possono portare a sviluppare dei pazienti virtuali, utili per sperimentare farmaci innovativi in maniera più efficace».

Il professor Alberto Tommasini (Dirigente medico dell’Immunologica clinica del Burlo e professore di Patologia all’Università di Trieste) ha, quindi, descritto alcuni dei farmaci innovativi già utilizzati in clinica, in particolare presso la clinica pediatrica dell’Istituto Materno Infantile Burlo Garofolo. «Tali terapie – ha chiarito - si basano sulla possibilità grazie ad analisi molecolari avanzate, che caratterizzano le caratteristiche chimiche di ciascun paziente, di utilizzare terapie più specifiche e sicure di alcune malattie del sistema immunitario.

Nel dibattito con la moderatrice Simona Regina, è emerso che un problema possibile di queste nuove terapie sono i costi elevati. In tal senso i relatori hanno sottolineato come sia importante che i benefici delle terapie rispetto ai rischi e ai costi siano valutati da organizzazioni indipendenti sia dall’industria che sviluppa i farmaci, sia dai clinici che utilizzano.

Nell’incontro si è poi chiarito come possa sembrare che queste terapie costituiscano un aumento di complessità svantaggioso, ma in realtà esse si basano su una comprensione più chiara dei fenomeni patologici anche a livello molecolare.

Secondo i relatori, dunque, è importante che in tutte le fasi sperimentali, anche prima della clinica, siano uniformate le procedure di laboratorio, in modo da poter combinare i risultati ottenuti anche da laboratori diversi: tale attenzione permetterebbe di sviluppare terapie innovative in tempi più rapidi e a costi razionalizzati.
I pazienti rispetto alle terapie – è stato ancora spiegato -, non si aspettano tanto che siano personalizzate, ma che funzionino e che portino benefici. Nel caso tali terapie non funzionino, quindi, i pazienti possono essere frustrati dalla differenza tra la percezione dai mezzi di informazione di importanti novità terapeutiche disponibili e la mancanza di efficacia nella propria esperienza personale. È importante quindi un’attenzione alla comunicazione delle terapie effettivamente disponibili e della loro innovatività ed efficacia reale.

Un ultimo aspetto rimarcato dai partecipanti al dibattitto è stata l’importanza di considerare il fatto che i clinici a causa del carico gestionale del loro lavoro non hanno tempo per aggiornarsi sulle novità farmacologiche più rilevanti.
In conclusione, dunque, l’incontro ha chiarito come l’evoluzione anche nel campo delle terapie farmacologiche avvenga continuamente e sia importante la fiducia nei confronti dell’azione dei ricercatori e clinici coinvolti nello sviluppo e utilizzo delle terapie con farmaci personalizzati.

L’intero incontro è disponibile al seguente link


 

 

 

 

 

Data creazione: 
24/10/2023
Data di aggiornamento: 
24/10/2023

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