Data creazione: 
17/11/2025

La nascita pretermine è una sfida medica e umana. Alla TIN del Burlo, la tecnologia più avanzata e la ricerca scientifica si intrecciano ogni giorno con la forza delle relazioni familiari.


Il 17 novembre si celebra in tutto il mondo la Giornata della Prematurità, un momento per ricordare che dietro ogni nascita pretermine c’è una storia di forza, cura e speranza.
In questa occasione, il Burlo Garofolo si illumina di viola insieme a molti ospedali italiani, per sensibilizzare sulle sfide della nascita prematura e per sostenere le famiglie che ogni giorno vivono da vicino la Terapia Intensiva Neonatale (TIN).
Abbiamo incontrato la Dott.ssa Laura Travan, direttrice della Neonatologia e TIN dell’IRCCS Materno Infantile Burlo Garofolo di Trieste, e il Dott. Gabriele Cont, dirigente medico dello stesso reparto e presidente della Fondazione Burlo Garofolo ETS, per raccontare da vicino come nasce e cresce un bambino prematuro e che cosa significa “curare” in un reparto dove tecnologia e relazioni si intrecciano ogni giorno.

 

Articolo a cura della Dott.ssa Laura Travan e del Dott. Gabriele Cont. Si ringrazia per la foto la dott.ssa Denise Zerjal

 

Nascere prima del tempo
«Immaginate un ambiente perfetto, caldo, protetto, dove ogni battito è musica, melodia e ritmo, e ogni movimento è come l’ondeggiare di una culla.
Questa è la pancia della mamma — un vero capolavoro della natura — dove il feto trascorre la gran parte del tempo a dormire, mentre nel suo cervello in formazione si costruiscono connessioni sinaptiche fondamentali per lo sviluppo futuro», racconta la Dott.ssa Travan.
«Poi, all’improvviso — molto prima del previsto — tutto cambia. Si parla di nascita pretermine quando si nasce prima della 37ª settimana di gestazione. La prematurità estrema riguarda invece i nati tra le 23 e le 26 settimane.
A livello globale, il fenomeno è rilevante: circa 13,4 milioni di bambini nascono prematuri ogni anno, pari al 10% di tutte le nascite», aggiunge.

Dentro la TIN del Burlo
La Terapia Intensiva Neonatale del Burlo è una struttura di terzo livello, specializzata nell’assistenza ai neonati più fragili: prematuri, bambini con peso inferiore a 1500 grammi o con malformazioni congenite complesse.
Il reparto dispone di 11 posti tra Terapia Intensiva e Subintensiva e di 12 posti in Patologia Neonatale.
Una guardia attiva e reperibilità 24 ore su 24 assicurano un’assistenza continua e altamente specializzata.

La filosofia: la famiglia al centro
«Il nostro obiettivo è la cura e l’accoglienza del neonato e della sua famiglia», sottolinea la Dott.ssa Travan.
Per questo le porte della TIN del Burlo sono aperte 24 ore su 24 ai genitori, fin dall’apertura del reparto nel 1972: la loro presenza è considerata parte integrante del processo di cura.
Un aspetto imprescindibile è la Kangaroo Care, introdotta già nei primi anni ’80: «Il contatto pelle a pelle tra caregiver e neonato favorisce la crescita cerebrale, la neuroprotezione, la prevenzione delle infezioni e il controllo del dolore, oltre a rafforzare il legame genitore-bambino», spiega Travan.
«Numerosi studi internazionali confermano che la Kangaroo Care riduce la mortalità neonatale e le complicanze respiratorie, migliora la stabilità termica e favorisce lo sviluppo neurologico e affettivo del neonato», sottolinea.

Le cure nei primi giorni di vita
Garantire la sopravvivenza del neonato pretermine e ridurre le potenziali sequele a lungo termine richiede un insieme di attenzioni coordinate e specialistiche:

  • Supporto respiratorio: grazie a sistemi di ventilazione moderni, sia invasivi che non invasivi, calibrati sulle esigenze di ogni singolo paziente.
  • Nutrizione precoce e mirata: inizialmente endovenosa (parenterale) per sostenere lo sviluppo del cervello, e quanto prima per via enterale (per bocca o sondino), spesso con latte materno.
  • Prevenzione delle infezioni: attraverso strategie comportamentali condivise con i genitori e un uso attento degli antibiotici, per proteggere il sistema immunitario ancora immaturo.
  • Controllo della temperatura corporea: con termoculle umidificate e, appena possibile, con il metodo pelle a pelle della Kangaroo Care, che migliora termoregolazione, respirazione e stabilità glicemica.
  • Attenzione all’ambiente (Developmental Care): luci, rumori e stimoli vengono ridotti per rispettare i cicli sonno-veglia e minimizzare lo stress sensoriale, favorendo uno sviluppo neurologico armonico.

Questo approccio integrato si basa su protocolli condivisi a livello internazionale per la cura del neonato pretermine, che mirano non solo alla sopravvivenza ma anche alla qualità dello sviluppo neuroevolutivo.

Un lavoro di squadra
La TIN del Burlo si fonda sulla Family-Centred Care, un modello in cui la famiglia è parte attiva della cura.
«Accanto ai genitori — spiega la Dott.ssa Travan — lavora un’équipe multidisciplinare composta da medici, infermieri, fisioterapisti, logopedisti per la deglutizione, psicologi, operatori sociali, ricercatori e figure spirituali. È una comunità professionale che cresce insieme ai piccoli pazienti.»

Dopo la TIN: il percorso di Follow Up
Quando il bambino raggiunge la stabilità clinica, un peso adeguato, l’autonomia nell’alimentazione e una buona termoregolazione, può finalmente lasciare la TIN.
Ma il percorso non finisce qui: «Per ogni neonato pretermine — spiega Travan — distinguiamo tra età anagrafica e età corretta, calcolata sulla data presunta del parto. Questo è fondamentale per valutare correttamente la crescita e lo sviluppo.»
Il monitoraggio segue protocolli di valutazione neuroevolutiva standardizzati (Bayley III, WPPSI), che consentono di individuare precocemente eventuali sequele neurologiche, sensoriali o motorie e di intervenire in modo mirato.
Il Follow Up neonatologico, gestito dal Day Hospital Neonatologico, consente di monitorare la crescita e lo sviluppo neuromotorio nei primi due anni di vita, con valutazioni neuropsicologiche dedicate.
L’obiettivo è individuare tempestivamente eventuali esiti neurologici, visivi, uditivi o motori, e attivare percorsi di riabilitazione precoce.
Un’ulteriore valutazione avviene a 5 anni, con test specifici (Bayley III, WPPSI) che permettono di seguire i progressi nel tempo.

Innovazione e ricerca
Negli ultimi anni la TIN del Burlo ha introdotto importanti innovazioni tecnologiche — dai ventilatori ad alta precisione ai monitoraggi sempre più sensibili — ma, come osserva la Dott.ssa Travan, «l’innovazione più bella è forse quella dell’apertura ai fratellini e ai nonni durante le festività, un gesto che restituisce normalità e calore umano anche nei momenti più difficili».
Accanto all’assistenza quotidiana, la TIN è anche un luogo di ricerca.
L’attività scientifica della TIN del Burlo si inserisce in un contesto di ricerca traslazionale, che unisce pratica clinica e innovazione biomedica, con l’obiettivo di migliorare gli esiti a lungo termine dei neonati prematuri.
«Studiamo la composizione corporea dei piccoli pretermine per individuare l’alimentazione più adatta, riduciamo l’uso di tecniche invasive grazie all’ecografia, e analizziamo il benessere delle famiglie durante il ricovero, perché anche il loro equilibrio è parte della cura», spiega la direttrice.

Una comunità che accompagna
Dal 1972 la TIN del Burlo segue un modello pionieristico in linea con le raccomandazioni dell’OMS per i Mother-Child Health Care Center: un approccio che mette al centro il neonato e la famiglia, coniugando umanizzazione e alta qualità scientifica.
Anche quest’anno, in occasione della Giornata Mondiale della Prematurità, la Fondazione Burlo Garofolo ETS promuove la sesta edizione della t-shirt #siamotuttinatiprematuri, simbolo di solidarietà e consapevolezza.
Protagonista della campagna è Matteo, nato con un peso di 780 grammi a sole 23 settimane di gestazione: la sua storia racconta la forza dei bambini prematuri e di chi li accompagna giorno dopo giorno.
«Sono storie come queste — conclude il Dott. Gabriele Cont — che mostrano quanto la cura sia un lavoro di squadra, dove il bambino e la famiglia sono i protagonisti principali, sostenuti da un’intera comunità.
La t-shirt viola di quest’anno, con il suo “capitano Matteo”, vuole essere un messaggio che unisce: professionisti della TIN, operatori del 118, Forze dell’Ordine, Carabinieri, Polizia, istituzioni, artisti, sportivi e cittadini comuni. Tutti insieme per dire ai nostri piccoli che non sono soli: la comunità c’è, li tiene per mano e li accompagna verso il futuro.»

 

Data di aggiornamento: 
24/11/2025
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