L’IRCCS “BURLO GAROFOLO” È CENTRO NAZIONALE AUTORIZZATO PER LE SPERIMENTAZIONI CLINICHE CON FARMACI DI FASE 1 NEI PAZIENTI PEDIATRICI


Dopo un lungo percorso iniziato nel 2021, da fine ottobre scorso, su indicazione di Aifa, l’Irccs Materno Infantile triestino si annovera nell’elenco dei Centri italiani autorizzati a condurre studi sperimentali con farmaci di fase 1 in età pediatrica e ha potuto avviare la prima sperimentazione grazie al gruppo di circa 30 persone guidato dalle dottoresse Nagua Giurici, oncologa, ed Elisabetta Danielli, responsabile qualità dell’Irccs

Nuovo importante traguardo per l’Irccs Materno Infantile “Burlo Garofolo” che nei mesi scorsi è entrato nell’élite dei centri nazionali autorizzati a realizzare sperimentazione clinica con farmaci di fase 1 nei pazienti pediatrici.

Dottoressa Giurici cosa significa e come si arriva alla sperimentazione clinica con farmaci di fase I?

Gli studi clinici con farmaci di fase 1 sono il primo passaggio dell’iter per l’autorizzazione della messa in commercio di un farmaco, e consistono nella sperimentazione del suo principio attivo sull’uomo per fornire una prima valutazione della sicurezza e tollerabilità del medicinale, a garanzia della sicurezza e del benessere dei soggetti reclutati. La sperimentazione con farmaci in fase I, nel nostro contesto pediatrico (0-18 anni), consiste spesso nell’estensione alla fascia pediatrica delle indicazioni di un farmaco il cui uso è già stato approvato nell’adulto. Le sperimentazioni cliniche nei pazienti pediatrici sono complesse e delicate, e spesso richiedono ricerche specificatamente legate allo stato di sviluppo del bambino, nelle diverse fasce d’età (al fine di monitorarne le diverse possibili reazioni).
Vista l’assenza di dati precedenti sulla sicurezza e tollerabilità del medicinale, le sperimentazioni di fase 1, a differenza di quelle relative alle fasi successive (fasi 2, 3 e 4), sono estremamente normate per garantire la corretta conduzione dello studio secondo gli standard di qualità di cui alle Gcp/Ich (Good Clinical Practice/International Conference on Harmonization). A tal fine è vigente una Determina dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) del 2015 (Determina Aifa n. 809/2015) che ha imposto una serie di requisiti obbligatori che devono essere autocertificati dalle strutture che vogliano portare avanti sperimentazioni di fase 1.

Il Burlo come ci è arrivato?

Nel 2021 l’Istituto, tra i pochi Irccs pediatrici nazionali che in Italia portano avanti questo tipo di sperimentazioni, con il supporto della Direzione strategica, ha avviato attraverso Decreto il percorso per la creazione di un’unità funzionale per le sperimentazioni con farmaci di fase 1, all’interno della struttura complessa di Oncoematologia (pediatrica), già centro autorizzato ai trapianti di cellule staminali emopoietiche. A tal fine, verificate le figure professionali richieste dalla normativa in materia e relative competenze, ha individuato le figure “core” dell’Unità di fase 1, tra cui risulto io, in qualità di Direttore medico dell’Unità e la dottoressa Elisabetta Danielli, già responsabile qualità dell’Istituto, nel ruolo di Quality Assurance, in aggiunta a un Medico Farmacologo e a un Monitor.
Nelle prime fasi del progetto abbiamo allineato la nostra realtà ai requisiti richiesti dalla Determina Aifa n. 809/2015, operando sulla conformità dei requisiti strutturali (tipologia, dimensioni, impianti dei locali dell’Unità funzionale), requisiti organizzativi (team di professionisti formalmente nominati, con una serie di debiti formativi specifici in funzione del ruolo designato e particolare attenzione alla gestione delle emergenze cliniche), requisiti del sistema di gestione della qualità (esplicitati in un gran numero di documenti specifici, tra cui le cosiddette “Sop”, modulistica, altre registrazioni),
Nel corso del 2021 abbiamo selezionato un gruppo di 30 persone, tra professionisti clinici deputati alle pratiche assistenziali e professionisti di supporto, di vario profilo, da avviare alla formazione specifica, in base ai ruoli e al completamento dell’apparato burocratico-documentale. Nel luglio dell’anno scorso abbiamo, quindi, inviato la nostra candidatura ad Aifa (autocertificazione) che, dopo i tre mesi previsti dall’iter normativo, ha ritenuto conforme la nostra documentazione, conferendo all’Irccs, dal 27 ottobre 2022, lo status ufficiale di Centro autorizzato per le sperimentazioni cliniche con farmaci di fase 1 nei pazienti pediatrici. Siamo stati orgogliosi del risultato raggiunto in un tempo relativamente ridotto, anche grazie a un modello organizzativo a rete, con incontri periodici serrati e verifica puntuale dello statio di raggiungimento dei compiti assegnati.

Lei lavora nel reparto di oncologia pediatrica. I farmaci che sperimenterete saranno solo antitumorali?

Assolutamente no. L’unità che abbiamo creato per la sperimentazione è un’unità funzionale, annessa per motivi logistico – organizzativi alla struttura di Oncoematologia, che opera in una cornice organizzativa orizzontale, con il coinvolgimento di tutte le articolazioni aziendali che si occupano di clinica e chirurgia pediatrica, interessate alla sperimentazione. Ciò significa che i pazienti arruolati sono ricoverati presso la struttura di Onceoematologia, nell’Unità di fase 1, e saranno assistiti da equipe multidisciplinari, costituite da professionisti qualificati in medicina pediatrica, previamente nominati e adeguatamente formati, provenienti da diverse articolazioni aziendali dei Dipartimenti di clinica e chirurgia pediatrica.
In presenza di una sperimentazione, dunque, i componenti del team si trasferiscono negli spazi dell’oncologia dedicati all’unità di Fase 1.
Attualmente non sono previste sperimentazioni cliniche con farmaci di fase 1 al di fuori del perimetro pediatrico. Se un domani volessimo estendere il campo di applicazione dovremmo fare un’integrazione da sottoporre nuovamente alle autorità competenti.

Come funzionano le sperimentazioni?

Generalmente un Centro viene contattato da una casa farmaceutica (Promotore o Sponsor) che ha a disposizione una nuova molecola da sperimentare per la prima volta in ambito pediatrico o adulto, oppure dispone di un farmaco già approvato in una fascia di età adulta da rendere utilizzabile anche in età pediatrica. La casa farmaceutica ha interesse a proporre la sperimentazione a quanti più Centri disponibili nel territorio internazionale, poiché la casistica dei pazienti arruolabili è esigua ed è fondamentale raggiungere risultati con significatività statistica. Se il Centro autorizzato individuato è disponibile, è predisposta la pratica da sottoporre al Comitato Etico Nazionale, che esprime un parere determinante per il prosieguo della sperimentazione. Se tale parere è positivo, è possibile formalizzare l’accordo tra le parti, che prevede, da parte dello Sponsor, il sostentamento delle spese. I passi successivi prevedono una visita al centro da parte della casa farmaceutica, superata la quale è possibile l’arruolamento dei pazienti. È importante sottolineare che, soprattutto in ambito pediatrico, i farmaci in fase 1 sono per lo più rivolti a pazienti affetti da malattie rare o, comunque, da malattie a bassa casistica. Una volta che la sperimentazione clinica è terminata, lo Sponsor confronta i risultati ottenuti dai vari centri coinvolti e, nel caso di risultati concordi e a favore di una buona efficacia terapeutica, sono espletate le pratiche per l’immissione in commercio del medicinale.

Quindi non esiste un “obbligo di risultato positivo” del centro a favore della casa farmaceutica che finanzia lo studio?

Certo che no! Le case farmaceutiche si appoggiano ai Centri clinici in quanto dotati di personale, con adeguata (expertise) esperienza e dei pazienti specifici (target) (assicurati e volontari e, nel caso dei minori, autorizzati dai genitori o da chi esercita la responsabilità genitoriale) per portare avanti le sperimentazioni, in base a protocolli svolti nella massima trasparenza a tutela dei soggetti arruolati. L’obiettivo è sempre il benessere del paziente e la messa a disposizione di farmaci avanzati, efficaci e personalizzati, avulsi da interessi commerciali, sotto la stretta vigilanza del Comitato Etico Nazionale e delle Autorità preposte.

Perché si lavora con le case farmaceutiche private?

Nell’attuale tessuto economico-finanziario europeo, la partnership pubblico – privato è fondamentale per portare avanti la ricerca farmaceutica; questo sistema garantisce un maggior controllo prima che un farmaco sia immesso sul mercato e somministrato ai pazienti. Tale connubio non esclude la ricerca farmaceutica svolta interamente in (setting) settori “pubblici”, definita “no profit” alla quale la nostra Unità potrebbe in futuro espandersi.

In conclusione, quali sono i vantaggi per l’ospedale e per i pazienti del Burlo?

Il fatto di essere centro autorizzato per le sperimentazioni cliniche con farmaci di fase 1, oltre a essere motivo di prestigio per l’Istituto e fonte di finanziamento per la ricerca, apre la possibilità di partecipare/contribuire a progetti di ricerca molto interessanti su scala internazionale, con risvolti positivi sulla crescita professionale. In qualità di medico vedo il vantaggio di venire a conoscenza dell’esistenza di farmaci che possono costituire una strada nuova nella cura di casi molto gravi e di averne la disponibilità precocemente e ad uso gratuito. Si pensi a farmaci tumorali efficaci nell’adulto che, però, non siano mai stati utilizzati in ambito pediatrico o si pensi al caso delle malattie rare (per la cura delle quali il nostro Irccs un centro avanzato) che talvolta non consentono ai pazienti di raggiungere l’età adulta e i cui farmaci, quindi, devono necessariamente essere sperimentati e autorizzati in ambito pediatrico. Il fatto di poter accedere in fase molto precoce a questi farmaci può consentirci di offrire ai nostri pazienti una possibilità di cura alternativa ed efficace, alla quale, in caso contrario, non arriveremmo in tempo.


L’unità per la sperimentazione clinica con farmaci di fase 1 ha già avviato una prima sperimentazione, con un principio attivo volto a contrastare gli effetti negativi dei più forti antidolorifici somministrati ai pazienti pediatrici, che sarà oggetto di un articolo sul prossimo numero della newsletter.

Data creazione: 
29/06/2023
Data di aggiornamento: 
29/06/2023
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