EMERGENZA COVID-19 | Psicologhe e psicologi del Burlo rispondono


Mamma/papà …quando finirà?

Risponde la Dott.ssa Stefania Zamarian, Psicologa psicoterapeuta contrattista per il progetto psicologico sull’emergenza covid-19 della Direzione Sanitaria - Ufficio Continuità assistenziale dell’IRCCS Burlo Garofolo.


Problema:

Cosa posso rispondere a mio figlio quando mi chiede quando finirà questa emergenza, quando potrà tornare a “essere libero”.

Che succede?

In questi tempi è stato chiesto molto ai bambini/ragazzi: si sono adattati a cambiamenti continui e a volte non è stato semplice spiegarne le motivazioni. Hanno affrontato un lockdown, si sono mantenuti distanti dagli affetti (ad es. i nonni), alcuni di essi hanno affrontato un lutto, hanno imparando a relazionarsi agli insegnanti e ai compagni di classe attraverso un pc, hanno rispettato le regole nei centri estivi, assaporato un po' di “libertà” e normalità nei mesi estivi. E poi ancora, a settembre, hanno imparato a conoscere una scuola diversa da come l’avevano lasciata, ma hanno potuto ripartire con la didattica in presenza e rivedere i loro amici e riprende le attività extra-scolastiche. E ora?!...e ora si “ricomincia”…una nuova chiusura e un ritorno alla distanza, a una situazione per certi versi già conosciuta, una riattivazione di vissuti connessi ad una situazione attraverso la quale si è già passati. E può capitare che alcuni bambini/ragazzi facciano contatto con l’angoscia e la paura e i più grandicelli ci chiedano “ok ma quanto durerà ancora?”, “per quanto tempo?”, “e poi posso tornare a…?”, mentre i più piccoli possono dirci “uffa”.

Che fare?

Come adulti una risposta certa a questa domanda non la possiamo dare e a volte una richiesta di questo tipo può risuonare con la nostra angoscia, esasperazione, impotenza e paura per un futuro che è incerto e che non è sotto il nostro controllo.  Ciò che è in nostro potere, ora, sono i dati di realtà che possiamo usare con i nostri figli, per quanto difficili possano apparire, essi sono la bussola per fornire spiegazioni rispetto al punto in cui ci troviamo, tenendo presente l’età del proprio bambino/ragazzo. Possiamo empatizzare con la loro angoscia/stanchezza per la situazione, rimandando quanto siamo consapevoli che possa essere difficile mantenere una distanza dai nonni, ad esempio, o, dover rinunciare ad andare in piscina o al corso che a loro piace tanto, ed è “ok” se si sentono stufi della situazione; insieme potete trovare delle alternative altre per sopperire a quelle mancanze. Ad esempio, si può attivare uno scambio di lettere e disegni con i nonni che poi vengono spedite o si può creare un momento di lettura condivisa con loro, dandosi appuntamento online: è un gesto concreto e al contempo simbolico per mantenere un legame attivo con una parte affettiva importante per i bambini. Come genitori rappresentiamo l’argine che crea contenimento ai vissuti emotivi dei bambini e per essere solidi abbiamo bisogno di essere consapevoli per primi di ciò che proviamo, possiamo dare un nome alle nostre emozioni, ritagliamoci uno spazio in cui poter dire “come stiamo”, condividendolo con qualcuno di cui ci fidiamo e riflettiamo su quali sono le risorse individuali su cui possiamo fare affidamento per affrontare le nostre paure e quelle dei nostri figli.

Link utile:

“Come affrontare i tempi del coronavirus – Ministero della difesa” (www.difesa.it).

Data di aggiornamento: 
Martedì, 10 Novembre, 2020

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