di Caterina Fazion

Il professor Andrea Taddio, pediatra reumatologo dell’Irccs “Burlo Garofolo” di Trieste, spiega caratteristiche e sintomi della Sindrome infiammatoria multisistemica, una risposta iper infiammatoria legata al contatto con il Coronavirus, tipica del bambino, che necessita di un trattamento tempestivo.

Cos’è la sindrome infiammatoria multisistemica tipica del bambino (Mis-C)?
La Mis-C rappresenta una risposta iper infiammatoria derivante dal contatto con alcuni virus, specialmente con il Coronavirus responsabile della malattia Covid-19. I bambini colpiti, con un’età media di circa 8 anni, presentano febbre prolungata e sintomi infiammatori come alterazioni cutanee, mucositi e congiuntiviti, segni che si riscontrano anche nella sindrome di Kawasaki.

Mis-C e sindrome di Kawasaki possono essere confuse?
Alle volte sì, proprio a causa della somiglianza di alcuni sintomi. Tuttavia, fin dai primi casi di Mis-C riscontrati durante la prima ondata pandemica, ci siamo resi conto di essere di fronte a una forma particolarmente grave della Sindrome di Kawasaki. Si è discusso a lungo, nella comunità scientifica, se conferire un nuovo nome a questa forma iper infiammatoria o se lasciare la dicitura, già presente in letteratura, di “Kawasaki shock syndrome”. Infine, si è deciso di attribuire il nuovo nome di Mis-C.

Quali sono le sue peculiarità?
La Mis-C si differenzia dalla sindrome di Kawasaki per maggior gravità all’esordio, per la presenza di sintomi gastrointestinali come diarrea, mal di pancia, o di sintomi respiratori e polmonari come tosse e dispnea.

Il cuore è interessato nel 60% dei casi, con miocarditi e pericarditi infiammatorie. Nella sindrome di Kawasaki, invece, ci si trova spesso in presenza di dilatazione coronarica che può portare ad aneurisma. Inoltre, i bambini con Mis-C sono generalmente più grandi rispetto a quelli colpiti da sindrome di Kawasaki che, invece, interessa bambini di età prescolare, fino ai 5-6 anni.

Quali sono le cause della Mis-C?
I bambini che presentano questa risposta iper infiammatoria potrebbero essere predisposti geneticamente, anche se confermare la suscettibilità genetica non sarà facile: certamente non si tratta di una malattia monogenica, determinata dall’alterazione di un singolo gene, ma è probabilmente una condizione multifattoriale. Per tale motivo stiamo collaborando sia con centri italiani, sia con i colleghi sloveni nel contesto del progetto Cattedra. La causa scatenante, tuttavia, è rappresentata da uno stimolo esogeno di natura virale, il virus Sars-CoV-2.

Prima della diffusione del Covid avete osservato casi di Mis-C?
Queste forme di Mis-C, in realtà, ci sono sempre state, e le abbiamo osservate anche in periodo pre Covid. Persone predisposte, infatti, possono sviluppare una risposta iper infiammatoria a seguito di un contatto con vari virus, non solo con il Sars-CoV-2. Certamente con il periodo pandemico i casi sono aumentati molto, cosa che ci ha portato a istituire un registro per meglio monitorare e caratterizzare i pazienti.

Quali informazioni sono contenute in questo registro?
Durante la pandemia abbiamo raccolto 239 casi di Mis-C in tutta Italia, cosa che ci ha permesso di pubblicare uno studio multicentrico nazionale, a cui hanno partecipato circa 40 pediatrie italiane. Grazie alla nostra casistica abbiamo potuto profilare meglio i bambini colpiti da Mis-C e comprendere le differenze rispetto alla sindrome di Kawasaki.

Solo a Trieste, durante le prime fasi della pandemia, abbiamo visto 25 bambini con Mis-C, mentre negli ultimi mesi solo un caso è stato riscontrato nella nostra città. Probabilmente le varianti del virus sono meno immunogeniche per cui, inducendo una minor risposta immunitaria, i casi scatenati sono meno numerosi.

Come si può avere certezza che si tratti di Mis-C e non di sindrome di Kawasaki?
Quando un bambino positivo al Covid presenta febbre persistente, stanchezza e sintomi cutanei o oculari, è bene rivolgersi a un medico per effettuare gli esami di laboratorio opportuni. Primo fra tutti l’esame del sangue: nel caso della Mis-C si noteranno, oltre ad un emocromo con pochi segni di infiammazione, un alto livello di proteina C-reattiva (Pcr), prodotta dal fegato, che risulta aumentata in corso di infiammazioni sistemiche o di infezioni. Nel caso di interessamento del cuore, si noterà un aumento di enzimi cardiaci come la troponina.

Fondamentale è anche lo svolgimento dell’elettrocardiogramma e dell’ecocardiogramma. Nella Mis-C, infatti, si possono notare miocarditi infiammatorie o un’insufficienza valvolare, che possono portare ad una insufficienza cardiaca, mentre nella sindrome di Kawasaki è più frequente l’interessamento coronarico.
Infine, non va dimenticato l’esame delle urine in quanto bambini con Sindrome infiammatoria multifattoriale potrebbero presentare globuli bianchi nella pipì anche senza un’infezione in corso.

In cosa consiste il trattamento nei due casi?
Per la Mis-C è fondamentale la tempestività. In questo caso, infatti, i pazienti vengono trattati contemporaneamente con immunoglobuline (anticorpi, ndr) e con cortisone. In caso di inefficacia, dopo 48 ore, si procede con farmaci biologici diretti contro proteine infiammatorie, chiamate citochine, che giocano un ruolo attivo nell’induzione e nel mantenimento dell’infiammazione. In questo caso la citochina chiamata in causa è l'interleuchina-1. Nella sindrome di Kawasaki, invece, si parte con le sole immunoglobuline, mentre il cortisone viene somministrato dopo 48 ore, solo in caso di inefficacia della prima somministrazione.
In entrambi i casi si fornisce al paziente una terapia antiaggregante con aspirina a basse dosi, mentre i soggetti con interessamento cardiaco potrebbero avere bisogno di una terapia di supporto con ace inibitori e diuretici.

Dopo la guarigione persistono problematiche?
I bambini, se trattati in maniera idonea e tempestiva, dopo una degenza media di una settimana, tornano a stare bene senza presentare esiti negativi. Dati di follow up dopo 4-6 mesi dalla dimissione ce lo confermano.  I bambini che dovessero aver presentato un interessamento cardiaco devono astenersi dall’attività fisica per almeno sei mesi. La Mis-C è una malattia molto rara che, tuttavia, pensiamo possa essere prevenuta grazie al vaccino contro il virus Sars-CoV-2.

Data creazione: 
28/12/2021
Data di aggiornamento: 
28/12/2021
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