Il Burlo Garofolo ha partecipato a uno studio nel quale è stato analizzato il Dna di oltre 1,5 milioni di persone dimostrando che, esaminando il materiale genetico di soggetti di diverse etnie,  si ha una più accurata identificazione dei geni che predispongono allo sviluppo di alti livelli di colesterolo e trigliceridi nel sangue.

Alti livelli di lipidi nel sangue, ovvero colesterolo e trigliceridi, rappresentano un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari che, nonostante i progressi nella prevenzione e nel trattamento, rappresentano la principale causa di morte in tutto il mondo.

Per comprendere le cause genetiche alla base dei differenti livelli lipidici, e allo scopo di individuare i soggetti più a rischio, è stato condotto un vastissimo studio guidato dal Global Lipids Genetics Consortium, pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature. Sono stati analizzati il Dna e i relativi livelli di colesterolo e trigliceridi nel sangue di oltre 1,5 milioni di soggetti provenienti da diversi paesi del mondo.

«Il nostro Irccs – dichiara la professoressa Giorgia Girotto, genetista presso il Laboratorio di Genetica Medica del Burlo Garofolo di Trieste – ha contribuito al Consorzio Internazionale analizzando i dati genetici e i livelli lipidici di oltre 1000 persone provenienti dal progetto “Parco Genetico del Friuli Venezia Giulia”, focalizzato allo studio delle malattie multifattoriali, dovute all’interazione tra geni e  ambiente. Come gli altri 200 gruppi di ricerca coinvolti nel progetto, abbiamo analizzato il Dna di ogni singolo individuo, effettuando un cosiddetto “Genome-Wide Association Study (Gwas)”, per identificare i geni associati ai diversi livelli lipidici. I nostri risultati sono stati successivamente condivisi con i responsabili del Global Lipids Genetics Consortium e analizzati con i dati degli altri gruppi di ricerca».

Precedenti studi Gwas avevano già permesso di raggiungere importanti risultati a livello biologico e clinico portando all’identificazione di geni coinvolti nelle malattie cardiovascolari. La novità e l’importanza di questo lavoro risiedono nell’estensione della coorte – 1,3 milioni di individui di origine europea – rispetto agli studi precedenti, nonché nel coinvolgimento di circa 350.000 partecipanti africani, ispanici e asiatici.

«L'aumentata diversità genetica – prosegue la dottoressa Maria Pina Concas, ricercatrice del Laboratorio di Genetica Medica del Burlo Garofolo – ha prodotto miglioramenti sostanziali nella ricerca di geni associati ai livelli di lipidi nel sangue, ma soprattutto ha portato a una migliore affidabilità in termini di previsione del rischio. In particolare, è stato calcolato il cosiddetto Polygenic Risk Score ossia il “punteggio di rischio poligenico” che, a partire dal nostro patrimonio genetico, indica quanto ognuno di noi sia a rischio di sviluppare alti livelli di colesterolo Ldl, comunemente conosciuto come colesterolo cattivo. I risultati hanno mostrato che il punteggio di rischio poligenico calcolato con dati genetici di diversi gruppi etnici è molto più predittivo ed accurato rispetto a un calcolo su un singolo gruppo etnico».

Questi risultati aprono nuovi scenari nella pratica clinica, nell’ambito della medicina personalizzata e di precisione, dimostrando come una maggiore diversità genetica aumenti l’accuratezza nell’identificazione di geni coinvolti nelle malattie multifattoriali.

C.F.

Data creazione: 
12/01/2022
Data di aggiornamento: 
12/01/2022
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