di Caterina Fazion

Alla base di questo disturbo c’è l’ipomineralizzazione di molari e incisivi: una scarsa presenza di fosfato di calcio nello smalto dentale, che tipicamente conferisce durezza e resistenza ai nostri denti. La professoressa Milena Cadenaro, odontoiatra del Burlo Garofolo, illustra cause e rimedi utili per aiutare i piccoli pazienti a proteggere i loro denti.

Spesso i bambini presentano macchie sui denti, in particolare molari e incisivi, che possono successivamente sgretolarsi. Perché?
Questa condizione è causata da un quadro particolare di ipomineralizzazione dei denti (Mih – molar-incisor hypomineralisation), ovvero scarsa presenza di sostanze minerali nello smalto dentale, principalmente il fosfato di calcio, che tipicamente conferiscono durezza e resistenza ai nostri denti. Questa problematica emerge verso i sei anni di età, ma può capitare che inizi a manifestarsi già nei denti da latte, per poi presentarsi anche nei denti permanenti.
 
Per essere definita Mih, deve essere coinvolto almeno un primo molare ed eventualmente gli incisivi. Se, però, sono coinvolti solo questi ultimi, lo sgretolamento è di solito causato da traumi del dente o da infezioni, e non da difetto di mineralizzazione dello smalto.
 
Quali sono le cause dell’ipomineralizzazione?
L’origine precisa è ancora sconosciuta, ma si ritiene ci sia una predisposizione genetica su cui vanno a intervenire elementi ambientali. Sono stati presi in considerazione fattori prenatali che possono aver interferito nell’ultima fase della gravidanza o durante il parto come infezioni, diabete gestazionale o ipertensione gravidica e anche fattori post-natali come ad esempio carenze nutrizionali o inquinanti ambientali. L’ipotesi più accreditata, però, vede gli antibiotici, in particolare l’amoxicillina, come possibili responsabili dell’ipomineralizzazione di molari e incisivi. Purtroppo è difficile stabilire se sia effettivamente il farmaco, o l’infezione che si intendeva curare, a scatenare il difetto dello smalto.
 
Quali sono i campanelli di allarme che possono far pensare a questa problematica?
Nelle forme medio-lievi, che sono le più diffuse, possono comparire macchie, a livello dei primi molari e degli incisivi, che vanno dal bianco al giallo crema. Nei casi più gravi le macchie sono invece di colore marrone, che spesso si manifestano quando il dente è già danneggiato e sgretolato.
 
Anche l’ipersensibilità al caldo e al freddo è un segno tipico di una ipomineralizzazione. Lo smalto, infatti, ha un’importante funzione protettiva delle strutture sottostanti, come dentina e polpa dentale, dove sono presenti i fasci vascolo-nervosi che garantiscono la sensibilità del dente. Questo rappresenta un grandissimo problema: i bambini che sono affetti da Mih faticano molto a lavarsi i denti a causa dell’ipersensibilità, portando a un grande accumulo di placca che, in presenza di denti già di per sé ipomineralizzati, espone a un maggior rischio di sviluppare carie.
 
Cosa fare una volta confermata la presenza di ipomineralizzazione?
Una volta riconosciuta la presenza di Mih da parte dell’odontoiatra, consigliamo sempre l’intervento con sigillature, resine fluide che successivamente si induriscono e impediscono ai batteri di annidarsi nel solchi dei denti, condizione che favorisce lo sviluppo di carie. Al Burlo partirà a breve uno studio volto a valutare e documentare l’efficacia di un innovativo sigillante a base di fluoro, utile a combinare l’azione protettiva del prodotto, con il beneficio del fluoro, ad azione remineralizzante.

Se la forma di Mih è lieve, come si interviene?
In caso di forme medio-lievi, con assenza di sgretolamento, si cerca di rafforzare lo smalto attraverso dei prodotti da utilizzare a domicilio. Si tratta di dentifrici a base di fluoro e cremine ad azione remineralizzante a base di fosfato di calcio che vanno applicate e massaggiate sui denti per almeno un minuto. La collaborazione del bambino, e soprattutto delle famiglie, è fondamentale, trattandosi di pazienti veramente molto piccoli.
 
La fase critica è tra i 6 e i 9 anni e, una volta passato questo periodo, se i denti hanno resistito senza sgretolarsi, con ogni probabilità la situazione è da considerarsi stabilizzata e possono dunque essere interrotti i vari trattamenti. È importante ricordare che le macchie non scompariranno, in quanto la remineralizzazione sarà solo superficiale. Se il bambino, una volta cresciuto ne mostrerà l’esigenza, si potrà intervenire per rimuovere le macchie facendo delle vere e proprie ricostruzioni con resine in grado di mimetizzarsi perfettamente con la struttura dentaria.
 
In caso di situazioni più gravi, invece?
Se, invece, si interviene quando lo sgretolamento è già in atto si può procedere con ricostruzioni del dente tramite resine oppure con l’utilizzo di bande ortodontiche che conferiscano maggior resistenza al dente. Quando il paziente sarò cresciuto, verso i 16 anni, si potranno ricostruire i denti danneggiati con tecniche protesiche più stabili; lo scopo è evitare di dover estrarre denti eccessivamente distrutti.
 
Come si può intervenire per migliorare la condizione di ipersensibilità dei denti nei pazienti affetti da Mih?
Prima di effettuare qualunque intervento, trattiamo i bambini affetti da Mih con quattro cicli di ozono, gas che viene vaporizzato sui denti interessati. Grazie a uno studio condotto al Burlo, infatti, abbiamo rilevato come l’utilizzo di questo elemento ad azione disinfettante, antiossidante e biostimolante, riduca moltissimo la sensibilità dentale.
 
Questa pratica, molto breve – dura tra i 10 e i 60 secondi –, per nulla dolorosa né invasiva, è perfettamente tollerata dai bambini, che possono iniziare a prendere confidenza con i dentisti e con i vari trattamenti odontoiatrici.
 
Quanti bambini soffrono di questa problematica, in Italia?
Il numero esatto non è ancora disponibile, ma è certo che si tratti di una condizione in forte aumento. Secondo alcune rilevazioni effettuate sulla popolazione pediatrica in cura presso la struttura di odontostomatologia del Burlo, si è passati dal 3% rilevato nel 2004 al 12% nel 2020. Le cause andranno certamente approfondite insieme ai genetisti: si conoscono i geni coinvolti nella formazione dello smalto, ma non i difetti genici alla base della patologia.
 
Secondo studi svolti nei vari paesi europei, si rileva una diffusione di ipomineralizzazione che va dall’8% al 25%. Per avere numeri più precisi, il Burlo ha deciso di partecipare a un ulteriore studio insieme a Spagna e Turchia, interrotto a causa del Covid, che speriamo di riprendere a breve.
 
Che consigli si sente di dare ai bambini affetti da ipomineralizzazione di molari e incisivi?

Si sconsiglia un eccesso di dolci che favoriscono la formazione delle carie, ma non si deve pensare che consumare cibi ricchi di calcio possa aiutare a risolvere il problema dell’ipomineralizzazione: il calcio, infatti, non viene più assorbito dai denti, una volta che questi si sono formati. Molto utile è invece l’uso regolare di dentifricio al fluoro. Per provare meno fastidio, raccomandiamo di utilizzare acqua tiepida per lavare i denti.

In generale l’igiene orale, a cui bisogna sempre prestare molta attenzione, va sicuramente intensificata, così come i controlli dal dentista.           

Professoressa Milena Cadenaro, responsabile della Struttura Semplice Dipartimentale di Odontostomatologia dell'Irccs Burlo Garofolo di Trieste

Professoressa Milena Cadenaro, responsabile della Struttura Semplice Dipartimentale di Odontostomatologia del Burlo Garofolo

 

 

 

 

 

Data creazione: 
21/10/2021
Data di aggiornamento: 
21/10/2021
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