In occasione della Giornata internazionale della Sindrome feto-alcolica e dei disturbi correlati, la dottoressa Sheherazade Lana, ostetrica di ricerca del Burlo Garofolo, ci parla dei rischi del consumo di alcol in gravidanza e, soprattutto, di come prevenirli.  

Data creazione: 
09/09/2021

“Sono incinta, posso concedermi un bicchierino ogni tanto?” 

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«Bere bevande alcoliche in gravidanza, anche occasionalmente o in piccole dosi, - spiega la dottoressa Sheherazade Lana, ostetrica di ricerca del Burlo Garofolo - è sconsigliato perché l’alcol riesce a passare la barriera placentare molto facilmente. Il fegato del feto non è in grado di metabolizzare l’etanolo, e il rischio di sviluppare una delle disabilità neuro-cognitive e comportamentali che fanno parte dello Spettro dei Disordini Feto Alcolici (Fasd), è alto.
Anche durante il delicato periodo dell’allattamento è sconsigliato bere in quanto l’alcol passa nel latte materno per osmosi: si parla infatti di latte alcolico, e dunque un rischio per la salute neonatale c’è, ed è correlato a quantità, modalità e tempistiche di esposizione».

Per sensibilizzare i genitori sul rischio che i propri figli sviluppino Fasd, il Burlo sta partecipando al  progetto Ccm 2019 "Prevenzione, diagnosi precoce e trattamento mirato dello spettro dei disturbi feto alcolici (Fasd) e della sindrome feto alcolica (Fas)", coordinato dalla dottoressa Simona Pichini dell'Istituto Superiore di Sanità. L'Irccs Burlo Garofolo di Trieste, con referente scientifico il prof. Giuseppe Ricci, è l’Unità Operativa che, all’interno del progetto, coordina il nord-est e la Lombardia.

Scegli la salute: NO ALCOL, NO FASD

C.F.

Data di aggiornamento: 
09/09/2021
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