In occasione della Giornata internazionale della Sindrome feto-alcolica e dei disturbi correlati, la dottoressa Sheherazade Lana, ostetrica di ricerca del Burlo Garofolo, ci parla dei rischi del consumo di alcol in gravidanza e, soprattutto, di come prevenirli.  

“Sono incinta, posso concedermi un bicchierino ogni tanto?” 

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«Bere bevande alcoliche in gravidanza, anche occasionalmente o in piccole dosi, - spiega la dottoressa Sheherazade Lana, ostetrica di ricerca del Burlo Garofolo - è sconsigliato perché l’alcol riesce a passare la barriera placentare molto facilmente. Il fegato del feto non è in grado di metabolizzare l’etanolo, e il rischio di sviluppare una delle disabilità neuro-cognitive e comportamentali che fanno parte dello Spettro dei Disordini Feto Alcolici (Fasd), è alto.
Anche durante il delicato periodo dell’allattamento è sconsigliato bere in quanto l’alcol passa nel latte materno per osmosi: si parla infatti di latte alcolico, e dunque un rischio per la salute neonatale c’è, ed è correlato a quantità, modalità e tempistiche di esposizione».

Per sensibilizzare i genitori sul rischio che i propri figli sviluppino Fasd, il Burlo sta partecipando al  progetto Ccm 2019 "Prevenzione, diagnosi precoce e trattamento mirato dello spettro dei disturbi feto alcolici (Fasd) e della sindrome feto alcolica (Fas)", coordinato dalla dottoressa Simona Pichini dell'Istituto Superiore di Sanità. L'Irccs Burlo Garofolo di Trieste, con referente scientifico il prof. Giuseppe Ricci, è l’Unità Operativa che, all’interno del progetto, coordina il nord-est e la Lombardia.

Scegli la salute: NO ALCOL, NO FASD

C.F.

Data creazione: 
09/09/2021
Data di aggiornamento: 
09/09/2021
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