I bambini sono comunemente spaventati dagli aghi e dal dolore correlato alle vaccinazioni. Inoltre, soprattutto in questo periodo pandemico causato dalla circolazione del virus Sars-CoV-2, bambini e ragazzi sono esposti a moltissime informazioni, alle volte ingannevoli, che possono aumentare confusione, paura e stress nei confronti della vaccinazione contro il Covid.
La dottoressa Raffaella Dobrina, infermiera di ricerca del Burlo Garofolo, proprio in occasione della prima giornata di vaccinazioni per i bambini tra i 5 e gli 11 anni, tenutasi il 16 dicembre 2021, ha avuto modo di fare alcune considerazioni, raccolte in un articolo pubblicato recentemente sul “Journal of Pediatric Nursing” (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35012869/).
«Il ruolo dei genitori – ricorda Raffaella Dobrina – è cruciale per far sì che i bambini e ragazzi arrivino preparati e ben disposti alla vaccinazione. L’esitazione, invece, specialmente nel caso del Covid, potrebbe influenzare i figli portandoli ad essere meno collaborativi durante la seduta vaccinale. Se però i genitori spiegano ai bambini, e soprattutto ai ragazzi, perché abbiano scelto di vaccinarli, allora la procedura, seppur spiacevole, sarà accettata maggiormente e con meno paura. Quello che è importante, però, è che la spiegazione che viene data loro sia comprensibile e appropriata all’età del bambino e al suo grado di sviluppo. Un bambino fa fatica a comprendere e, soprattutto, non è necessario spaventarlo dicendo che è importante vaccinarsi sennò si rischia di andare in ospedale o di morire. Piuttosto, proporre delle situazioni positive legate al vaccino potrebbe favorire una maggiore serenità di fronte alla procedura. Ad esempio, si potrebbe ricordare che facendo il vaccino potranno vedere più spesso i nonni, stare più vicino agli amici, tornare presto al cinema o ancora, dire loro che più persone si vaccinano, prima toglieremo le mascherine».
«Per i bambini più piccoli, al fine di ridurre paura e dolore – prosegue Raffaella Dobrina –, potrebbero essere utili interventi non farmacologici per distrarli e tranquillizzarli, come ascoltare la propria canzoncina preferita durante la procedura o abbracciare il proprio peluche. Da parte di chi organizza ci sono esempi di proposta di realtà virtuale o show di clown. Per i ragazzi più grandi, invece, tutto questo rischia di essere insufficiente o, addirittura, mal tollerato. Piuttosto, sarebbe importante permettere loro di avere uno spazio dedicato in cui poter esprimere domande, ansie e timori sul vaccino. Inoltre, un’idea positiva potrebbe essere quella di coinvolgere attivamente i ragazzi, ad esempio facendo scegliere a loro su quale sedia desiderano accomodarsi, su quale braccio vorrebbero venisse effettuata la puntura e se vogliono o meno il cerotto. In questo modo si sentirebbero maggiormente responsabilizzati e avrebbero modo di controllare, seppur in parte, una situazione complessa».
Contributo da parte della dott.ssa Raffaella Dobrina