Spesso sentiamo dire che essere genitori è il mestiere più difficile del mondo. Di certo richiede fatica, dedizione, impegno, attenzione, disponibilità e molto altro. Non di rado riserva paure, timori, incertezze e di contro domanda cura, conforto, sicurezza, certezza, accoglienza, comprensione, esperienza.
Sicuramente è fonte di gioia, emozioni, soddisfazione, orgoglio, amore. Non si nasce genitori, ma lo si diventa e le capacità genitoriali si acquisiscono un po’ alla volta. Essere genitori significa assumersi la responsabilità, ma anche l’affascinante bellezza della crescita dei figli in un mondo in continuo cambiamento ed in piena evoluzione. 

Oggi questo mondo che cambia, richiede ancora più impegno ed abilità. La Società è scenario di crescenti necessità di spostamenti, aumento di precarietà ed instabilità, incontro tra culture e modi di vivere diversi, grandi sfide per tutti, ad ogni livello.
La Giornata mondiale dei genitori mira a riconoscere il ruolo e la responsabilità della famiglia nella cura e nella protezione dei bambini, sottolinea come il mancato sostegno dei genitori può rappresentare un rischio per il benessere e la salute dei bimbi, invita a riflettere sull’evoluzione del ruolo dei genitori all’interno della società moderna, una società sempre più complessa e “liquida”, come definito da Bauman.
A volte essere Genitori significa anche affrontare l’inciampo della malattia che, quando coinvolge i figli, assume toni non facilmente descrivibili.
La Giornata mondiale dedicata ai Genitori è per il Burlo anche un’occasione per riconoscere a tutti Loro la complessità di un’avventura straordinaria. Abbiamo pensato così di condividere tre recenti testimonianze sull’esperienza di essere Genitore “in ospedale”.
La voce sono quella di un Papà e di una Mamma, di un’Infermiera e di una Mamma.

“Diventare genitore a volte succede per caso, a volte è una scelta consapevole, qualcosa che con tanto tempo e fatica finalmente riesci prima a concepire nella tua mente e poi a realizzare, un percorso prima personale e poi di coppia che inizia a stravolgere la vita e la cambia per sempre.
Non diventi genitore quando un bambino nasce, ne quando una nuova vita si crea nel grembo materno, ma lo diventi ben prima, quando prendi quella decisione, quando dici quel Sì alla vita. E per quanto tu possa prepararti, avere esperienza con situazioni che riguardano la crescita e lo sviluppo dell'infanzia, quando sei tu a vivere questa esperienza in prima persona sei sempre un po' spaesato, insicuro, temi di sbagliare, di non essere all'altezza di quel compito che pur hai scelto con determinazione e gioia, quello di prenderti cura di questo dono meraviglioso che ti capita tra le mani.
E quando ciò accade prematuramente ancora di più senti il bisogno di una guida a cui affidarti, perché sai di non avere la capacità e la conoscenza per poterlo fare autonomamente. E allora ti affidi a coloro che ogni giorno con grande forza d'animo e passione aiutano a nascere nuove vite e nuovi genitori, nuove famiglie. Non lavori in terapia intensiva se non possiedi queste qualità, non a lungo per lo meno...
E nel nostro percorso possiamo dire di aver trovato tante persone che ci hanno aiutato a crescere, ci hanno sostenuto, consolato e coccolato, e sono state per noi una vera famiglia, nel momento in cui quella "di sangue" purtroppo non poteva essere praticamente di sostegno. Porteremo sempre nel nostro cuore questo periodo intenso di emozioni contrastanti, ma che ci hanno fatto assaporare la vita autentica”
Lara e Mauro
Una Mamma e un Papà

“Cari genitori,
Grazie per quello che mi insegnate ogni giorno; cos’è l’amore infinito ed incondizionato, il far venire prima qualcun altro e dopo se, per l’infinita dolcezza e il prender cura. Per farmi vedere come, anche se sommersi dalle preoccupazioni, e magari dalle incertezze, si trova sempre un sorriso, inventare una storia, far scappare una risata.
A come raccontate la verità ai vostri bimbi con dietro tutta la rassicurazione del mondo.
A come, con pochissime ore di sonno, li rincorrete e inseguite, sia a piedi che con la testa per esserci sempre.
Grazie ai genitori che lo sono diventati prematuramente, e che pazienti e fiduciosi, hanno aspettato giorni seduti vicino ad un incubatore, guerrieri i loro cuccioli, guerrieri anche loro.
Grazie ai genitori che attendono fuori dalla sala operatoria, per un tempo per noi limitato e per loro infinito, per non lasciare mai soli i loro piccoli.
Grazie ai genitori che hanno accolto una diagnosi, perché mi hanno fatto vedere che non esistono limiti e che con i loro bambini conquisteranno il mondo.
Grazie ai genitori che in verità sono soli perché mi fanno vedere come sia ama per due.
Grazie ai genitori che lo sono diventati dopo una telefonata, perché in qualche ora hanno stravolto il mondo e attraversato un continente per raggiungere loro bimbo.
Siete la mia più grande ispirazione.”
Un’Infermiera

“Mamma e Papà"
È spesso uno sconosciuto a chiamarvi così per la prima volta, poco dopo avervi aiutato a diventarlo, mamma e papà.
In quell’istante percepite queste due parole come immensamente grandi, estranee, che vi mettono scomodi perché non potete ancora comprenderne il significato…. ma iniziate ad immaginarlo: lo smarrimento, la paura, il dolore, l’adrenalina, il mistero della vita vi travolgono e vi abbracciano allo stesso tempo.
Tanti, nei mesi precedenti, hanno voluto spiegarvi come vi sentirete, ma le parole non bastano, perché essere genitori è un viaggio immenso che nessuno può riuscire a descrivere con esempi o racconti, nella sua profondità.
Il viaggio più bello della vita, il dono più grande, il mestiere più difficile del mondo. E queste parole “mamma e papà” così meravigliose e dense di emozioni, non potete fare altro che accoglierle nella loro essere incommensurabili.
Mamma concediti le lacrime che ti accompagneranno all’imbrunire quando ti sentirai sola e spaesata; le lacrime versate serviranno a farti sentire meglio.
Papà non sentirti perso; gli equilibri mutano di continuo e velocemente come una tempesta nel mare e tu puoi essere la terra ferma all’orizzonte.
Mamma concediti di non riuscire a far tutto, è normale sentirsi stanca e non per questo devi sentirti in colpa.
Papà fidati del tuo istinto e infondi il giusto coraggio alla mamma per fidarsi del suo.
Mamma concediti di non essere perfetta; tutte cercano di esserlo, ma nessuna lo è.
Papà osa sempre; tu sei la spinta per crescere ed evolvere assieme.
Mamma concediti di non dover fare tutto da sola; nonni, zii e parenti non sono una minaccia, ma saranno preziosi per la crescita del tuo bambino che attraverso loro potrà esplorare il mondo al di là di te.
Mamma e papà non dimenticatevi mai che siete due persone con la loro individualità e le proprie passioni e se le volete inseguire, vostro figlio non potrà che essere fiero di voi, per l’esempio che gli date.”
E con queste parole che dobbiamo ricordare
Buon lavoro
Una Mamma

 

Contributo a cura della dott.ssa Livia Bicego, dott.ssa Silvana Schreiber, dott.ssa Ursula Manzon

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Data di pubblicazione: 
Giovedì, 1 Giugno, 2023
Data di aggiornamento: 
Giovedì, 1 Giugno, 2023

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