Cos’è l’emicrania?
L'emicrania è un gruppo di cefalee primarie caratterizzate da episodi ricorrenti di cefalee pulsanti, spesso associate a sintomi quali fastidio a luci e/o rumori (detti fotofobia e fonofobia), nausea e/o vomito. Vi sono forme specifiche di emicrania e altre sindromi correlate che possono essere classificate in base a distinte caratteristiche cliniche. L'emicrania può comparire a tutte le età ed anche durante l’infanzia e l’adolescenza.

Quanto è frequente l’emicrania in età pediatrica?
L'emicrania, è una delle principali cause di disabilità, collocandosi al 2° posto dopo la lombalgia in tutto il mondo tra tutte le malattie rispetto agli anni di vita vissuti con disabilità. L'emicrania è la cefalea acuta e ricorrente più comune in età pediatrica ed è una delle principali cause di invalidità in tale fascia di età.
La prevalenza dell'emicrania aumenta durante l'infanzia (raggiungendo il 2,5% nei bambini di età inferiore ai 7 anni) e in particolare durante l'adolescenza (raggiungendo il 5% all’età di 10 anni). Prima della pubertà, bambini e bambine sono colpiti allo stesso modo, mentre durante la pubertà, l'emicrania diventa più frequente nelle ragazze che nei ragazzi. L'emicrania cronica, ovvero l'emicrania che si presenta almeno 15 giorni al mese per almeno 3 mesi, colpisce quasi l’1% dei bambini dai 5 ai 12 anni e circa l'1-2% degli adolescenti dai 12 ai 17 anni. L'emicrania cronica è associata a un maggior numero di assenze e ad una riduzione delle prestazioni a scuola. È stato peraltro osservato che bambini provenienti da contesti socio-economicamente svantaggiati sono a maggior rischio di sviluppare un’emicrania cronica.

Perché spesso l’emicrania è “di famiglia”?
L'emicrania è un disturbo neurologico che nella maggior parte dei casi è ereditario. Come per altre frequenti malattie, è probabile che le forme più comuni di emicrania siano malattie genetiche complesse, il che significa che più geni in diversi siti genomici agiscono in tandem con fattori ambientali per conferire sia la suscettibilità che le caratteristiche della malattia negli individui affetti. È stato rilevato che il rischio di emicrania nei parenti dei pazienti con emicrania è 3 volte maggiore di quello dei parenti di soggetti non affetti da emicrania. Attraverso studi su gemelli, è stato stimato che l'ereditarietà rappresenta dal 40 al 50% della suscettibilità di un individuo all'emicrania. Questa maggiore suscettibilità a soffrire di emicrania è determinata da sottili variazioni a livello di canali di membrana, famiglie di recettori e sistemi enzimatici coinvolti nella patogenesi dell'emicrania.
Un certo numero di geni candidati sono stati collegati all'emicrania, tra cui il gene KCNK18 che codifica per un canale del potassio (TRESK) e il gene CSNK1D che codifica per un’isoforma della caseina chinasi I.
Tuttavia, nessuno dei geni candidati ha raggiunto per ora una soglia di significatività statistica. Pertanto, è ancora incerto quali geni siano veramente implicati nella patogenesi dell'emicrania.
L’emicrania emiplegica è una forma specifica di emicrania che può verificarsi o in famiglie (forma familiare) o solo in un individuo (forma sporadica). Le 3 forme di emicrania emiplegica sono delle cosiddette “canalopatie”, in cui la forma 1 è causata da varianti del gene CACNA1A, la forma 2 da varianti del gene ATP1A2 e la forma 3 da varianti del gene SCN1A. Altri casi di emicrania emiplegica familiare sono inoltre causate da varianti del gene PRRT2. Tali geni vengono tuttavia riscontrati solo in una piccola percentuale di casi di emicrania emiplegica familiare.

Come si manifesta l’emicrania in età pediatrica?
Un tipico attacco di emicrania progredisce attraverso tre fasi: la fase premonitoria, la fase dell’aura (se presente), la fase della cefalea emicranica e la fase postdromica. La fase premonitrice dell'emicrania consiste in sintomi di alterazione del tono dell’umore, vegetativi, di sensibilità, affaticamento, irritabilità, cambiamenti del colorito del viso (es. pallore o ombre sotto gli occhi) che compaiono fino a 24 ore prima dell'inizio della fase di aura o cefalea. Una volta che l'emicrania si risolve, il bambino può sperimentare una fase postdromica, caratterizzata da sintomi come astenia, difficoltà cognitive, pallore, anoressia, sonnolenza, nausea, dolore oculare, sete, desiderio di cibo o euforia.
L'emicrania senza aura è una cefalea ricorrente caratterizzata da attacchi che durano nei bambini da 2 a 72 ore. La durata dell'emicrania può tuttavia anche essere inferiore a 2 ore nei bambini più piccoli rispetto ai bambini più grandi o agli adulti. Le caratteristiche tipiche includono un mal di testa di intensità da moderata a grave con una qualità pulsante del dolore, soprattutto quando l'intensità aumenta, che è associata a nausea, fotofobia o fonofobia ed è aggravata dall'attività fisica di routine.
Nei bambini piccoli, che potrebbero non essere in grado di descrivere efficacemente i loro sintomi, i sintomi apprezzati includono pallore e diminuzione dell'attività, mentre la fotofobia e la fonofobia possono essere dedotte sulla base del comportamento. I pazienti in genere desiderano sdraiarsi in una stanza buia e tranquilla e possono ottenere sollievo con il sonno. Nei bambini con emicrania, il mal di testa è comunemente bifrontale, nella parte anteriore-centrale della fronte, bitemporale o generalizzato, mentre la localizzazione unilaterale dell'emicrania non è tipica fino all’adolescenza.
La localizzazione bifrontale è più comune nei bambini più piccoli, mentre la cefalea bitemporale è più comune nella prima adolescenza. La localizzazione posteriore è insolita e dovrebbe indurre a valutare la possibilità di un problema nella fossa cranica posteriore. Fino al 70% dei bambini e adolescenti con emicrania presentano sintomi neurovegetativi localizzati a livello del capo (senso di pienezza uditiva, sudorazione e/o arrossamento della fronte e del viso, lacrimazione, iniezione congiuntivale, ptosi e/o miosi, congestione nasale e/o rinorrea, edema periorbitale, senso di sabbia negli occhi) che non vanno confusi erroneamente con sintomi di sinusite.
Nell’emicrania con aura, gli attacchi sono caratterizzati da uno o più sintomi neurologici transitori solitamente seguiti da cefalea emicranica. L’aura spesso dura diversi minuti ma può essere più lunga (fino a 60 minuti circa). Essa tipicamente precede ma può anche seguire l'inizio della cefalea. I sintomi di un'aura emicranica possono essere visivi, sensoriali, linguistici, motori. I disturbi visivi sono il tipo più comune di aura, mentre l'intorpidimento e il formicolio focale sono il secondo tipo più comune di aura e di solito coinvolgono le labbra, la parte inferiore del viso e le dita di una mano. Le altre tipologie di aura sono meno frequenti. Alcuni bambini (meno del 3% dei casi) possono raramente riferire sintomi tipici di aura non seguiti da cefalea, condizione nota come aura emicranica senza cefalea. L’aura emicranica senza cefalea deve essere diagnosticata per esclusione, dopo valutazione di cause alternative di sintomi neurologici transitori.
Vi sono forme specifiche di emicrania con aura. L'emicrania emiplegica può presentarsi come forma familiare o sporadica e si caratterizza principalmente per la presenza di debolezza motoria come manifestazione dell'aura in almeno alcuni attacchi. L'emicrania con aura del tronco cerebrale, precedentemente nota come emicrania di tipo basilare, è una rara forma di emicrania caratterizzata da aura con sintomi di disfunzione del tronco cerebrale senza paralisi motoria. Tale forma emicranica è più comune nelle donne. Le aure sono costituite da almeno 2 sintomi del tronco encefalico tra vertigini, disartria, tinnito, diplopia, sintomi visivi bilaterali, parestesie bilaterali, riduzione del livello di coscienza, ipocusia. L'emicrania retinica (o oculare) è una rara forma di emicrania in cui l’aura è caratterizzata da improvvisi sintomi visivi monoculari come un'improvvisa perdita della vista (scotoma) o un’improvvisa percezione di luce intensa o di scintille in un solo occhio (fotopsia), a diffusione graduale, di durata dai 5 ai 60 minuti, solitamente accompagnata o seguita da cefalea tipicamente omolaterale e perioculare. In tale forma l’aura può verificarsi anche senza cefalea. L'emicrania catameniale si verifica in stretta relazione temporale con un periodo di tempo che di solito va dai 2 giorni prima ai 3 giorni dopo l'inizio del ciclo mestruale. Tale tipo di emicrania di solito non è associata all'aura, anche in adolescenti che soffrono di emicrania con aura.

Vi sono forme di emicrania specifiche dell’età pediatrica?
Sì. Vi sono alcune sindromi pediatriche transitorie e ricorrenti che sono considerate non solo potenziali precursori dell'emicrania in età adulta, ma anche manifestazioni dell'emicrania in età pediatrica.
Tali sindromi, precedentemente denominate "sindromi periodiche dell'infanzia", sono attualmente classificate come "sindromi episodiche che possono essere associate all'emicrania" e sono di seguito riportate.
1) Le coliche infantili precursori di emicrania, per le quali siano stati esclusi altri disturbi o immaturità di sviluppo gastrointestinali, sono circa il 20% dei casi e sono più probabili se almeno uno dei due genitori soffre di emicrania. Si verificano in bambini sani che presentano episodi di pianto eccessivo e frequente, irritabilità e pignoleria sin dalla nascita, che durano più di 3 ore/giorno per almeno 3 giorni/settimana per almeno 3 settimane.
2) La sindrome del vomito ciclico è un disturbo caratterizzato da episodi ripetuti e solitamente stereotipati di nausea e vomito che durano da ore a giorni, separati da periodi senza sintomi di durata variabile. Nella sindrome del vomito ciclico è importante la diagnosi differenziale con allergie alimentari e disturbi mitocondriali, metabolici ed endocrini.
3) L'emicrania addominale è caratterizzata da episodi ricorrenti di dolore addominale in un bambino altrimenti sano con periodi di benessere tra gli attacchi. Il dolore è tipicamente mediano o scarsamente localizzato, di intensità da moderata a grave e associato ad almeno 2 caratteristiche aggiuntive come anoressia, nausea, vomito o pallore. Il mal di testa non è una caratteristica importante durante gli attacchi e può essere trascurato se al bambino non viene specificamente chiesto. L'emicrania addominale è comune e colpisce fino al 4% dei bambini e fino al 15% dei bambini con dolore addominale cronico periodico. L'età di presentazione è solitamente compresa tra 2 e 10 anni. La maggior parte dei bambini smette di avere attacchi nella prima adolescenza, ma raramente gli attacchi possono persistere nell'età adulta. La maggior parte dei bambini con emicrania addominale sviluppa successivamente un’emicrania comune. L'emicrania addominale è una diagnosi clinica di esclusione, dopo evidenza di assenza di altre cause di dolore addominale acuto.
4) Il torcicollo parossistico benigno dell'infanzia è caratterizzato da periodi di postura anormale della testa e del collo in cui la testa si inclina su entrambi i lati, con o senza una leggera rotazione. La sindrome inizia durante l'infanzia con eventi parossistici ciascuno della durata di minuti o giorni, che possono associarsi a pallore, irritabilità, malessere, vomito e atassia. Gli episodi si ripetono con progressiva riduzione in frequenza man mano che il bambino cresce, risolvendosi nella maggior parte dei casi verso l'età di 5 anni. Alcuni pazienti sviluppano successivamente vertigini parossistiche benigne dell'infanzia o emicranie.
5) La vertigine parossistica benigna ricorrente dell'infanzia, a differenza dell'emicrania vestibolare (vedi oltre), non si associa a mal di testa ed è caratterizzata da brevi episodi ricorrenti di vertigine. I bambini possono essere spaventati durante gli episodi ed avere nausea o vomito, andatura instabile e nistagmo. Gli episodi si verificano improvvisamente e in genere si risolvono in pochi minuti, ma possono durare fino a 72 ore. La vertigine parossistica benigna ricorrente dell’infanzia è considerato un precursore dell'emicrania.
6) L'emicrania vestibolare è caratterizzata da vertigini da moderate a gravi che durano dai 5 minuti alle 72 ore, che in almeno la metà degli episodi si associano ad un’emicrania con cefalea, nausea, vomito e/o pallore. Nei bambini più piccoli, le vertigini possono essere dedotte dall'instabilità osservata.
7) L'emiplegia alternante dell'infanzia è una sindrome genetica determinata da una mutazione del gene ATP1A3. Essa è caratterizzata da attacchi emiplegici ricorrenti di entrambi i lati che si verificano nei bambini tipicamente entro i 18 mesi di vita. Le caratteristiche cliniche iniziali possono assomigliare all'emicrania emiplegica sporadica o familiare, tuttavia l'emiplegia alternante dell'infanzia è tipicamente associata ad encefalopatia progressiva, ritardo dello sviluppo, convulsioni, paralisi oculomotoria e disfunzione autonomica. Alcuni bambini possono anche avere attacchi tonici parossistici, oltre ad atteggiamenti e movimenti tipici.

Che evoluzioni può presentare l’emicrania?
Alcuni pazienti con episodi di emicrania con o senza aura, i cui mal di testa diventano progressivamente più frequenti possono sviluppare un'emicrania cronica, definita da una cefalea che si manifesta per almeno 15 giorni al mese per più di 3 mesi, con caratteristiche di emicrania per almeno 8 giorni al mese. Molti pazienti con emicrania cronica hanno mal di testa quotidiani o quasi giornalieri di gravità da bassa a moderata con caratteristiche emicraniche meno evidenti, cui si sovrappongono esacerbazioni del dolore con caratteristiche emicraniche più prominenti di fastidio alle luci, ai suoni o agli odori (fotofobia, fonofobia, osmofobia) nausea, vomito e dolore suscitato da uno stimolo cutaneo che normalmente non è in grado di provocare una sensazione dolorosa (allodinia cutanea).
È stato osservato che un’età di esordio precoce può associarsi ad una maggiore durata dell’emicrania in termini di anni. È stato rilevato inoltre che le recidive sono più frequenti nelle femmine rispetto ai maschi.

Quali esami sono necessari ai fini di una diagnosi di emicrania?
La diagnosi di emicrania è clinica ed è necessaria un'accurata valutazione neurologica (anamnesi e visita neurologica). Il bambino o l’adolescente con emicrania deve avere un esame obiettivo neurologico normale per la sua età. I pazienti che soffrono da almeno tre mesi di tipiche cefalee ricorrenti ed hanno un esame obiettivo neurologico normale, di solito non necessitano di esami di neuroimaging come la risonanza magnetica.
Tale esame invece deve essere eseguito se vi sono sintomi di ipertensione endocranica (come diplopia, atassia o peggioramento della cefalea in posizione supina) e/o anomalie all’esame obiettivo neurologico. L'elettroencefalogramma non è indicato nella valutazione di routine della cefalea, ma viene eseguito solo se si sospettano crisi epilettiche.

Quali sono i meccanismi patologici alla base dell’emicrania?
Nessuna singola teoria patogenetica ha ancora spiegato tutti i fenomeni che si verificano nell’emicrania. Gli studi hanno evidenziato come l’evento primario che innescherebbe l’attacco emicranico potrebbe verificarsi nel tronco encefalico, le cui proiezioni corticali (in particolare, a partire dal locus ceruleus) potrebbero dare luogo all'ipoperfusione corticale ed alla cosiddetta “depressione diffusa corticale” (CSD). La CSD è un'onda auto-propagante di depolarizzazione neuronale e gliale che si diffonde attraverso la corteccia cerebrale e che sembra: 1) causare l'aura emicranica; 2) stimolare attraverso il tronco encefalico il nervo trigemino, provocando la cosiddetta "infiammazione neurogena" con il rilascio di sostanza P, di peptide correlato al gene della calcitonina (CGRP) e di altri polipeptidi vasoattivi che agiscono sulle afferenze meningee sensibili al dolore, generando la cefalea; 3) alterare la permeabilità della barriera ematoencefalica.
Il CGRP sembra svolgere un ruolo centrale nella fisiopatologia dell'emicrania. È stato riportato che i livelli di CGRP sono elevati durante gli attacchi di emicrania, sia negli adulti che nei bambini, e più alti negli adulti con emicrania cronica rispetto a quelli che hanno l'emicrania episodica.
Inoltre, la serotonina, rilasciata dalle proiezioni corticali dei nuclei serotoninergici del tronco encefalico, sembra svolgere un ruolo importante nella patogenesi dell'emicrania, dato il suo ruolo di controllo del dolore a livello centrale. Durante gli attacchi acuti di emicrania sembra esserci una riduzione della trasmissione serotoninergica, con conseguente vasodilatazione dei vasi cranici e sensibilizzazione delle afferenze meningee del nervo trigemino.

Quali possibili cure per l’emicrania in età pediatrica?
Possiamo individuare due approcci: la terapia dell’attacco acuto e la terapia di profilassi.
Educare il paziente, le famiglie, la scuola e tutti gli operatori coinvolti è un aspetto importante nella cura dell’emicrania. La compilazione del diario delle cefalee (in allegato) aiuta a identificare in ogni singolo paziente il tipo di cefalea, le caratteristiche degli attacchi e la risposta al trattamento.
Quando si sviluppa un attacco di emicrania, si consiglia di far riposare o dormire il paziente in una stanza buia e silenziosa. L'uso precoce del farmaco durante l'attacco di emicrania è un principio importante del trattamento acuto. Per i bambini e gli adolescenti con emicrania acuta lieve o con attacchi di emicrania mai trattati, si suggerisce un trattamento iniziale con un analgesico, ad esempio paracetamolo o ibuprofene. Per bambini di età ≥5 anni e adolescenti con emicrania acuta di intensità da moderata a grave o di qualsiasi intensità e refrattari agli analgesici, è ragionevole passare a un triptano. I triptani sembrano controllare l'emicrania riducendo, almeno in parte, i livelli di CGRP e stimolando inoltre alcuni recettori della serotonina. La Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha approvato l'uso del rizatriptan per i bambini di età pari o superiore a 6 anni di età e l’uso di almotriptan, zolmitriptan endonasale e la combinazione di sumatriptan e naprossene per i bambini di età pari o superiore a 12 anni.
Per i bambini di età ≥5 anni e gli adolescenti che si presentano in Pronto Soccorso con un attacco acuto di emicrania che non migliora con gli analgesici per via orale, sono possibili trattamenti endovenosi a base di fluidi, antiemetici e FANS (es. ketorolac) o, in alternativa, un triptano sottocute (es. sumatriptan 3 o 6 mg). 
Tutti i bambini e gli adolescenti con emicrania dovrebbero essere educati ad adottare uno stile di vita utile a controllare l'emicrania, che includa le seguenti misure: buona igiene del sonno, esercizio fisico regolare, pasti ad orari regolari, adeguata assunzione di liquidi e gestione dei possibili fattori scatenanti.
Il trattamento preventivo dell'emicrania è indicato quando le cefalee sono frequenti o prolungate o invalidanti oppure quando i pazienti non rispondono o sono intolleranti ai trattamenti acuti.
Le opzioni preventive per l'emicrania episodica comprendono il trattamento farmacologico e la terapia cognitivo-comportamentale.
I trattamenti farmacologici includono varie classi di farmaci: ciproeptadina; nutraceutici; beta-bloccanti (es. propanololo); triciclici (es. amitriptilina); antiepilettici (es. topiramato); calcio-antagonisti (es. cinnarizina, flunarizina).
La maggior parte degli studi randomizzati controllati che hanno sinora studiato l'efficacia dei farmaci preventivi per l'emicrania in età pediatrica non è riuscita a dimostrare la superiorità rispetto al placebo. In generale, infatti, i trattamenti farmacologici profilattici hanno poche prove a sostegno dell'efficacia nell'emicrania pediatrica. Secondo le linee guida dell'American Academy of Neurology e dell'American Headache Society del 2019: 1) non ci sono prove sufficienti per determinare se i bambini e gli adolescenti che ricevono amitriptilina o flunarizina abbiano una probabilità maggiore rispetto a quelli che ricevono placebo di avere una riduzione della frequenza dell’emicrania; 2) bambini e adolescenti trattati con topiramato e cinnarizina hanno maggiori probabilità rispetto a quelli trattati con placebo di avere una diminuzione della frequenza dell’emicrania; 3) bambini e adolescenti trattati con amitriptilina in associazione alla terapia cognitivo-comportamentale hanno maggiori probabilità rispetto a quelli che ricevono solo amitriptilina di avere una diminuzione della frequenza dell’emicrania; 4) bambini e adolescenti trattati con propranololo hanno più probabilità rispetto a quelli che ricevono placebo di avere una riduzione di almeno il 50% nella frequenza dell’emicrania. Inoltre, secondo una recente metanalisi del 2020 pubblicata sulla rivista JAMA Pediatrics, i farmaci propranololo e topiramato sono risultati significativamente più efficaci del placebo a breve termine (<5 mesi), ma per nessun farmaco non sono stati riscontrati effetti significativi a lungo termine per la profilassi dell'emicrania rispetto al placebo.
I nutraceutici mostrano alcuni effetti benefici e un'eccellente tollerabilità nei pazienti pediatrici, tuttavia ulteriori ricerche sono necessarie per attestarne maggiormente l’efficacia rispetto al placebo. Tuttavia, in considerazione dell’evidenza del ruolo del placebo nell'emicrania pediatrica, gli esperti suggeriscono l'uso dei nutraceutici in pazienti selezionati, come bambini più piccoli o pazienti in cui gli effetti collaterali dei farmaci tradizionali sono particolarmente limitanti.
I nutraceutici più utilizzati per il trattamento dell'emicrania sono il magnesio, la riboflavina, il coenzima Q10, gli acidi grassi polinsaturi (PUFA, es. acido eicosapentaenoico, acido docosaesaenoico, tocoferolo) e, più recentemente, la palmitoiletanolamide (PEA).
Complessivamente, studi randomizzati controllati che hanno valutato l’efficacia del magnesio, del coenzima Q10 e degli PUFA hanno rilevato una riduzione della frequenza e dell’intensità degli attacchi, che tuttavia non era statisticamente differente da quella determinata dal placebo. Due serie di casi retrospettivi che hanno valutato la riboflavina non hanno fornito sufficienti prove di efficacia. L'efficacia della PEA per la profilassi dell'emicrania pediatrica è stata verificata solo in uno studio in aperto che ha mostrato risultati preliminari incoraggianti. E’ tuttavia necessario un confronto con un gruppo placebo per ottenere maggiori indicazioni cliniche.
Nei bambini e adolescenti con emicrania cronica (≥15 giorni di cefalea al mese per almeno 3 mesi, di cui almeno 8 con caratteristiche emicraniche) o emicrania episodica che causa disabilità significativa o ridotta qualità della vita, è indicata la combinazione di amitriptilina e terapia cognitivo-comportamentale. La scelta tra le opzioni terapeutiche, dipende da molteplici fattori, tra cui il contesto clinico, le preferenze del paziente, le condizioni di comorbilità e il profilo degli effetti avversi, la disponibilità ed il costo dei trattamenti.

Saranno disponibili nuovi farmaci per il trattamento dell’emicrania in età pediatrica?
Probabilmente sì. Diversi trials farmacologici sono infatti in corso con l’obiettivo di valutare l’efficacia di nuovi farmaci sia per il trattamento acuto che il trattamento preventivo dell’emicrania in età pediatrica. Il rimegepant ed il lasmiditan (il primo facente parte dei cosiddetti “gepanti”, ovvero antagonisti CGRP a piccole molecole, ed il secondo dei cosiddetti “ditani”, ovvero agonisti selettivi del recettore della serotonina 1F) attualmente sono trattamenti orali disponibili per il trattamento acuto dell'emicrania in pazienti adulti.
Per il trattamento acuto dell’emicrania in età pediatrica sono in corso di studio sia il rimegepant che il lasmiditan che l’ubrogepant (risultati attesi nel 2023, 2024 e 2026. Gli anticorpi monoclonali diretti contro il recettore CGRP o il ligando (erenumab, fremanezumab, galcanezumab, eptinezumab) ed il gepante rimegepant sono farmaci attualmente utilizzati negli adulti per la prevenzione dell'emicrania episodica e cronica. Per il trattamento preventivo dell’emicrania episodica in età pediatrica, sono in corso di studio il galcanezumab, il fremanezumab, l’erenumab e il rimegepant (risultati attesi nel 2023 e 2026). Per il trattamento preventivo dell’emicrania cronica in età pediatrica, sono in corso di studio l’eptinezumab, il galcanezumab, l’erenumab ed il fremanezumab (risultati attesi nel 2023, 2024 e 2026).
Diagnosi di emicrania al Burlo: un trend in aumento. L’esperienza della SC Neuropsichiatria infantile.
Presso la Struttura Complessa di Neuropsichiatria Infantile dell’IRCCS Burlo Garofolo di Trieste viene diagnosticata, trattata e seguita l’emicrania in età pediatrica attraverso prime visite e visite di controllo. I dati raccolti negli ultimi 4 anni (2019-2020-2021-2022) presso la SC di Neuropsichiatria infantile dell’Istituto mostrano un chiaro trend in aumento del numero di bambini e di adolescenti che accedono per prime visite o per visite di controllo per cefalea e che ricevono una diagnosi finale di emicrania. In particolare, le prime visite con diagnosi finale di emicrania sono passate da 20 nel 2019, a 33 nel 2020, a 36 nel 2021, a 56 nel 2022. Inoltre, le visite di controllo con diagnosi finale di emicrania sono passate da 27 nel 2019, a 14 nel 2020 (una deflessione verosimilmente correlata alla pandemia da Covid19), a 30 nel 2021, a 65 nel 2022. Tali dati possono essere spiegati in parte dall’aumento dei potenziali fattori di stress ambientali, in parte dalla crescente attenzione che famiglie, insegnanti ed educatori pongono nei confronti di questa patologia, nonché dal miglioramento delle capacità diagnostiche, terapeutiche e di presa in carico da parte di tutte le figure sanitarie coinvolte (pediatri, medici di medicina generale, neurologi e neuropsichiatri infantili, psicologi).
Presso la Struttura Complessa di Neuropsichiatria Infantile dell’IRCCS Burlo Garofolo di Trieste, durante la prima visita viene raccolta la storia clinica del paziente, valutata la disabilità, eseguito l'esame obiettivo neurologico, consegnato il diario delle cefalee (in allegato) per il monitoraggio degli attacchi. Possono inoltre essere somministrate delle scale per quantificare l'impatto del mal di testa sulla scuola, la vita familiare e sociale, in modo da personalizzare la strategia terapeutica.
Inoltre, la presenza presso l’ospedale di altre strutture e servizi specialistici (Neuroradiologia pediatrica, Neurofisiologia, Oculistica, Otorinolaringoiatria, Fisioterapia, Psicologia) consente di personalizzare l’iter diagnostico e terapeutico a seconda dello specifico paziente. Le visite di controllo vengono programmate in funzione delle specifiche esigenze del paziente, della sintomatologia o del trattamento consigliato e servono ad analizzare il diario delle cefalee compilato (in allegato), l'andamento della cefalea, l'efficacia e la tollerabilità dei trattamenti. In caso di rilevazione clinica di disturbi psicologici, psicopatologici o negli apprendimenti scolastici sarà possibile inoltre affiancare delle valutazioni psicologiche specifiche.

Diario cefalee

Contributo della dott. ssa  Maria Elisa Morelli
Dirigente medico SC Neuropsichiatria Infantile

 

Data di pubblicazione: 
Martedì, 31 Gennaio, 2023

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