Visite ostetriche
La prima visita in gravidanza consiste in un colloquio con il medico ed è consigliabile eseguirla non appena diagnosticata la gravidanza, o comunque entro il primo trimestre.
Come si accede: accesso con prescrizione del Medico di Medicina Generale per "Prima visita ostetrica". La prenotazione deve essere fatta attraverso il CUP regionale telefonando ai seguenti numeri : 848448884 ( da telefono fisso) o 0434 223522 ( da cellulare).
Le visite successive avranno cadenza mensile, a meno che non si riscontrino particolari condizioni di rischio. E’ preferibile eseguire gli esami prescritti di volta in volta, circa a metà fra un controllo e l’altro, in modo che non siano troppo “vecchi” o al contrario non si faccia in tempo a ritirarne il risultato.
In occasione della visita vengono rilevati:
- Dati anamnestici: notizie su patologie familiari, sulle malattie di cui ha sofferto la donna in passato, eventuali interventi chirurgici, allergie, trasfusioni di sangue, storia ostetrica e ginecologica.
- Pressione arteriosa (valori limite 140/90)
- Altezza e peso corporeo
- Condizioni dello sviluppo uterino (esame addominale)
- Condizioni del collo dell’utero (esplorazione vaginale e/o visita con lo speculum, il dilatatore vaginale)
- Esame clinico del seno
- Battito cardiaco fetale nel 2° trimestre
- Presentazione del feto (ultimi due mesi)
- Ogni altro segno o sintomo (eventuali edemi, ossia le "gambe gonfie", varici, perdite, contrazioni, etc.).
Durante la prima visita ostetrica si esegue un pap-test (esame citologico cervico-vaginale, cioè lo striscio), se la donna non vi si è sottoposta nei due anni precedenti.
Si compila una scheda (diario della gravidanza) e si prescrivono esami e terapie quando necessarie.
La scheda della gravidanza va conservata ed esibita ai successivi controlli, di modo che possa essere aggiornata di volta in volta.
Esami
All’inizio della gravidanza, possibilmente entro la 13° settimana
- Gruppo sanguigno e fattore Rh: rischio di isoimmunizzazione (cioè di sviluppo da parte della madre di anticorpi diretti nei confronti del gruppo Rh) per una successiva gravidanza se la donna è Rh negativo ed il bambino Rh positivo.
- Test di Coombs indiretto: permette di scoprire l’eventuale presenza di anticorpi anti-eritrociti (globuli rossi), nel sangue materno. In caso di donne con fattore Rh negativo a rischio di immunizzazione il test deve essere ripetuto ogni mese.
- Emocromo completo con conteggio piastrine: emoglobina (importante per verificare un’eventuale condizione di anemia), globuli rossi, globuli bianchi (un tasso elevato è indice di infezione).
- Glicemia: quantità di glucosio (zucchero) nel sangue. Valore limite 95 mg/ml. Ha come scopo il riconoscimento di un’eventuale alterazione del metabolismo glucidico.
- TPHA: test sierologico per la ricerca di anticorpi diretti verso il Treponema pallidum, microrganismo responsabile della sifilide, malattia sessualmente trasmessa. Se il test è negativo vuol dire che nel sangue non ci sono gli anticorpi anti-treponema e quindi il soggetto non è mai venuto a contatto con il microrganismo.
- Toxotest: è un esame per accertare la presenza nell’organismo di anticorpi antitoxoplasmosi. La toxoplasmosi è una malattia infettiva in genere trasmessa all’uomo da animali (gatti, canarini, conigli, etc.). E’ pericolosa nel corso della gravidanza perché può essere trasmessa al prodotto del concepimento, danneggiandolo. Spesso asintomatica, può manifestarsi con febbre e leggero ingrossamento delle ghiandole del collo, stanchezza, mancanza di appetito. Nel caso in cui ci sia una sierologia negativa, sia per igg che per igm la donna deve prestare maggior attenzione ad alcune norme igieniche quotidiane. Inoltre il toxotest verrà ripetuto ogni 30-40 giorni fino al momento del parto.\
- Rubeotest: serve a verificare la presenza di anticorpi antirosolia nel sangue. La rosolia è una malattia infettiva sostenuta da un virus, tipica dell’infanzia. Se contratta in gravidanza, nelle prime 17 settimane, può provocare gravi malformazioni nel bambino. Se la madre ha già avuto la rosolia (igg positive e igm negative) non c’è alcun rischio, perché i casi di reinfezione sono estremamente rari. Nel caso di un titolo anticorpale dell’igg basso o negativo, è consigliabile ripetere il test ogni 30 giorni fino alla 20° settimana. Inoltre la donna dovrà assolutamente evitare i contatti con individui ammalati di rosolia (bimbi in età scolare ma anche adulti non vaccinati), soprattutto nei primi quattro mesi di gravidanza. La vaccinazione antirosolia va fatta almeno tre mesi prima di andare incontro ad una gravidanza.
- HIV: ricerca di anticorpi anti- virus dell’immunodeficienza acquisita. L’HIV è l’agente eziologico dell’aids. Questo test può essere eseguito solo con il consenso firmato della paziente.
- Esame urine: esame chimico, fisico e microscopico delle urine (per valutare l’eventuale presenza di proteine, glucosio, sedimento, etc.). Serve per diagnosticare precocemente un’eventuale infezione urinaria (che in rari casi può portare all’aborto o al parto pretermine) e per monitorizzare eventuali segni precoci di diabete o gestosi. D’altra parte, l’urinocoltura è un esame colturale delle urine per la ricerca di germi, che provocano infezioni urinarie.
- Ecografia ostetrica (10° -13° settimana)
Gli anticorpi sono complessi proteici prodotti dal nostro sistema immunitario per la difesa specifica da virus, germi e batteri.
Gli anticorpi che si formano dopo un contatto con l’agente patogeno si chiamano immunoglobuline. Se ne distinguono in particolare due tipi: le immunoglobuline G (igg) e le M (igm). Le igg sono presenti in concentrazioni elevate durante la malattia e permangono poi stabilmente in circolo, a concentrazioni un po’ più basse, anche per tutta la vita. Le igm, invece, elevate nel corso della malattia, tendono a scomparire abbastanza rapidamente dopo la guarigione.
In linea di massima la ricerca degli anticorpi nei confronti di una malattia infettiva può dare questi risultati:
- Anticorpi igg e igm assenti: è un segno di negatività sierologica e significa che la donna non è mai venuta in contatto con l’agente patogeno;
- Tassi di igg e di igm elevati: è in corso un processo infettivo e bisogna prendere le opportune misure precauzionali;
- Il tasso di igg è elevato, mentre quello di igm è negativo: c’è stata, in passato, un’infezione per cui ora la donna è immune nei confronti della malattia;
Profilassi della toxoplasmosi:
- Evitare di mangiare carni crude o poco cotte, eliminare gli insaccati (compreso il prosciutto crudo)
- Lavare con cura le mani dopo manipolazione di carne non cotta e prima dei pasti.
- Lavare con cura le mani dopo essere stati a contatto con animali, anche se domestici. Evitare i contatti con la lettiera dei gatti e con i loro escrementi.
- Lavare accuratamente frutta e verdura. Preferire la verdura cotta.
- Usare i guanti se si deve lavorare a contatto con la terra, in giardino, e dopo lavarsi con cura le mani.
- Bere solo latte pastorizzato.
Tra la 14° e la 18° settimana
- Esame urine
- Toxotest, se negativo
- Rubeotest, se negativo
- Coombs indiretto, se la donna è Rh negativo.
Tra la 19° e la 23° settimana
- Esame urine
- Ecografia ostetrica lunga o morfologica (20-21 settimane)
Tra la 24° e la 27° settimana
- Esame urine
- Glicemia. A 24 settimane si consiglia di eseguire la curva glicemica breve, che consiste in un primo prelievo di base (con valutazione della glicemia a digiuno), l’assunzione di 50 g di glucosio diluiti in acqua e un secondo prelievo a distanza di un’ora (con valutazione della glicemia). La curva breve è alterata quando i valori sono superiori a 95 e 140 mg/dl. Questo test serve per diagnosticare precocemente uno stato di intolleranza agli zuccheri o il diabete gestazionale.
Tra la 28° e la 32° settimana
- Emocromo
- Esame urine
- Ecografia ostetrica (30-32 settimane)
Tra la 33° e la 37° settimana
- Emocromo
- Hbsag: ricerca dell’antigene del virus epatite B
- Anti HCV: ricerca di anticorpi virus epatite C
- Inoltre si può consigliare un’altra ecografia ostetrica intorno alla 34°-36° settimana a discrezione del proprio ginecologo.
- Ricerca del GBS: tampone vaginale e rettale a tutte le gravide tra la 35° e la 37° settimana per ricerca dello streptococco ß-emolitico di gruppo B (GBS). L’eventuale positività va trattata mediante una profilassi antibiotica al momento del travaglio di parto, per prevenire le infezioni neonatali da GBS. L’infezione da streptococco ß-emolitico di gruppo B rappresenta un’importante causa di morbosità e mortalità neonatale. Dal 10 al 30% delle donne in gravidanza risultano portatrici di GBS a livello vaginale o intestinale in maniera asintomatica. La trasmissione avviene prevalentemente al momento del travaglio e del parto.
Tra la 38° e la 40° settimana
- Esame urine
Tra la 40° e la 41° settimana
- Ecografia ostetrica con valutazione dei flussi ("flussimetria", cioè valutazione degli scambi ematici fra madre e feto)
- Cardiotocografia (NST): test per monitorare il battito cardiaco del bambino e l’attività contrattile della muscolatura uterina. NST a giorni alterni fino a 42 settimane.
Se la donna non partorisce entro le 42 settimane di gestazione, prenderà appuntamento per un ricovero ordinario per un’eventuale induzione. In alcuni centri viene tuttora attuata una politica di attesa vigile e perciò non si induce il travaglio.