Studi del Burlo presentati e premiati al 47° Congresso della Società Italiana di Microbiologia spiegano come
Le dottoresse Carolina Cason e Giuseppina Campisciano, giovani ricercatrici dell’Irccs Burlo Garofolo, in occasione del 47° Congresso della Società Italiana di Microbiologia, svoltosi a Roma a settembre 2019, hanno presentato i risultati dei loro recenti studi sulle interazioni tra microbioma, ovvero il patrimonio genetico posseduto dai microrganismi, e l’ospite. Tra più di 200 contenuti scientifici i loro lavori sono stati selezionati tra i migliori da “Microbioma.it”, il portale italiano di aggiornamento medico sul microbiota, che rappresenta l’insieme dei microorganismi che colonizzano il nostro corpo e l’ambiente che ci circonda, realizzato in collaborazione con la Società Italiana di Microbiologia. Entrambe le ricercatrici sono seguite dalla Professoressa M. Comar, responsabile della struttura semplice dipartimentale di microbiologia traslazionale avanzata. Per accedere ai video è possibile utilizzare i seguenti link: https://microbioma.it/pediatria/infezioni-ospedaliere-nei-neonati-pretermine-dipendono-dal-microbiota-ambientale/ e https://microbioma.it/ginecologia/infezioni-vaginali-virali-il-microbioma-vaginale-puo-fare-la-differenza/.
Carolina Cason ha presentato lo studio dal titolo “Ruolo del Microbioma ambientale sulla colonizzazione dei neonati pretermine: uno studio pilota effettuato con sequenziamento genico di nuova generazione” (“Role of the environmental microbiome on preterm newborns colonization: a pilot study by NGS”). L’obiettivo della ricerca è stato quello di capire quali fossero i batteri presenti nell’ambiente ospedaliero pediatrico e il loro ruolo nella colonizzazione dei neonati prematuri, soggetti più a rischio di contrarre infezioni, con un forte impatto sulla gestione del paziente. Sono stati raccolti campioni nasali dei neonati e campioni dall’ambiente (lavandini, pedane dei letti e pavimenti), successivamente analizzati con l’innovativa tecnica NGS per il sequenziamento genico e con tecniche molecolari in grado di studiare il resistoma, ovvero quei geni batterici che presentano resistenza ad alcuni antibiotici. Il dato importante emerso dallo studio è stato il riscontro dell’alta somiglianza genetica tra il microbioma ambientale e il microbioma dei tamponi nasali. Inoltre è apparso evidente come una maggiore permanenza in reparto, si traducesse in un’aumentata colonizzazione del neonato da parte dei microrganismi. Grazie a questo nuovo approccio sarà possibile monitorare la composizione microbiologica dell’ambiente in tempo reale e quindi ottimizzare le strategie di intervento. Lo studio della dottoressa Cason ha inoltre ottenuto il riconoscimento da parte della Fems, Federation of European Microbiological Societies, attraverso l’assegnazione di un grant.
Giuseppina Campisciano ha invece presentato lo studio intitolato “L’interazione tra microbioma vaginale e risposta immunitaria locale dell’ospite influenza la suscettibilità alle infezioni da virus tumorali” (“The interplay between the vaginal microbiome and local host immune response influences the susceptibility to the oncogenic viral infections”).
Il tratto vaginale può essere la sede di infezioni da parte di virus a pontenziale oncogeno come quelli delle famiglie Papillomaviridae (HPV) o Herpesviridae (HSV-2) in grado di provocare un’infezione persistente e in qualche caso tumori. Questo studio si proponeva di descrivere i meccanismi di interazione tra microbioma vaginale, risposta infiammatoria dell’ospite e l’instaurarsi dell’infezione virale persistente, primo passo del processo di formazione tumorale. I risultati hanno messo in rilievo un aspetto importante: i virus oncogeni persistono in presenza di uno squilibrio microbiologico vaginale ben definito, dovuto all’aumento di virus provenienti dall’esterno che attivano una serie di molecole infiammatorie e alla diminuzione dei batteri Lactobacilli che normalmente proteggono il tratto vaginale dall’invasione di microorganismi.
Studi come quelli trattati dimostrano l’importanza del trasferimento delle conoscenze dai laboratori alla pratica clinica.
Carolina Cason e Giuseppina Campisciano