di Caterina Fazion

Che cos’hanno in comune endometriosi, tumori e formazione della placenta?
A spiegarlo è la dott.ssa Chiara Agostinis che ci illustra la sua attività di ricerca svolta nella Clinica Ostetrica e Ginecologica del Burlo Garofolo. Qui ha iniziato il suo percorso a seguito di una laurea in biotecnologie mediche e un dottorato in patologia sperimentale e clinica al Dipartimento di Scienze della Vita dell’Università di Trieste.

Di cosa si occupa al Burlo Garofolo?
Nasco come immunologa, con particolare focus sulle funzioni alternative del sistema del complemento, oltre a quella primaria di proteggerci dai microrganismi patogeni. Infatti, questo specifico componente del sistema immunitario, rappresentato da una vera e propria cascata di enzimi, contribuisce anche allo sviluppo delle lesioni endometriosiche attivando ad esempio le mastcellule, particolari cellule immunitarie importanti nell’insorgenza di dolore e infiammazione, come è stato visto in un recente studio condotto su modelli animali. Attualmente è in corso una ricerca volta a comprendere le cause scatenanti dell’endometriosi, coinvolgendo genetisti, ginecologi, microbiologi e immunologi.

Quali potrebbero essere i risvolti pratici per il trattamento dell’endometriosi?
Una volta compreso il ruolo del sistema del complemento, per bloccarlo si potrebbe ipotizzare un trattamento con anticorpi monoclonali come viene fatto per i tumori. Inoltre, per cercare di avere una diagnosi quanto più precoce, strategia fondamentale per prevenire l’infertilità legata all’endometriosi, sarebbe importante arrivare ad avere un quadro genetico che indichi una predisposizione allo sviluppo della patologia, tenendo in considerazione anche la storia familiare.

Quali altre funzioni svolge il sistema del complemento?
Questo insieme di proteine, sintetizzate perlopiù dal fegato, sembra essere coinvolto anche nello sviluppo della placenta. Grazie ad alcuni studi in vivo abbiamo potuto constatare che, quando vi è scarsa produzione di una specifica proteina deputata all’attivazione della via classica del sistema del complemento, si viene a creare una situazione simile alla preeclampsia, sindrome alla cui base vi è un difetto di placentazione, caratterizzata da segni clinici quali edema, proteinuria (presenza di proteine nelle urine, simbolo di danno renale) o ipertensione in donne gravide. Questa complicanza ostetrica molto frequente rappresenta una delle principali cause di mortalità e morbilità materna e perinatale.

Sono previsti ulteriori studi a riguardo?
Attualmente è in corso uno studio che prevede il dosaggio dei marcatori della preeclampsia presenti nelle placente di gravidanze eterologhe con ovo-donazione. Questa situazione fornisce un’importante occasione di studio in quanto dal punto di vista immunologico abbiamo due individui completamente diversi, mentre nelle gravidanze spontanee o omologhe mamma e bambino condividono il 50% del Dna. Purtroppo il Covid ha rallentato molto il reclutamento delle pazienti, che speriamo di riprendere normalmente a breve.

Nel caso di alterazione del sistema del complemento, indice di predisposizione alla preeclampsia, ci saremmo aspettati una situazione del tutto simile a quella che si riscontra in presenza di questa diffusa complicanza ostetrica. Oltre al difetto di placentazione, sarebbe stato logico pensare di riscontrare anche manifestazioni cliniche, cosa che invece, secondo quanto analizzato finora, non è stata rilevata.

Quale pensate sia il motivo?

Stiamo cercando di capire se la mancanza di sintomi evidenti sia dovuta al trattamento preventivo, molto precoce, con aspirinetta somministrato a tutte le donne che intraprendono una gravidanza eterologa con ovo-donazione, per cercare di prevenire l’insorgenza di complicanze, molto diffuse in questo tipo di gravidanza.

Esistono analogie tra microambiente placentare e altre condizioni, dal punto di vista immunologico?
La placenta è una massa estranea rispetto al corpo della mamma, eppure non viene combattuta dal sistema immunitario, grazie alla presenza del sistema del complemento, che anzi ne favorisce lo sviluppo. Per questo motivo sono in corso diversi studi per comprendere il ruolo di questo sistema anche in altre patologie dove è presente lo sviluppo di corpi estranei come formazioni tumorali o come le già citate cisti endometriosiche. Il sistema del complemento sembrerebbe infatti essere coinvolto nella proliferazione e migrazione delle cellule tumorali.
Un grosso vantaggio, di cui usufruiamo nel nostro laboratorio, consiste nel riuscire a isolare cellule primarie dal tumore, dalla cisti endometriosica o dalla placenta, avendo così l’idea dell’aspetto reale delle cellule e potendo inoltre contare su una certa variabilità tra un paziente e un altro, cosa che con le linee cellulari che si acquistano non è possibile avere.

Data creazione: 
27/05/2021
Data di aggiornamento: 
27/05/2021
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