C’è un momento dell’anno in cui Trieste smette di essere solo Trieste e diventa un laboratorio a cielo aperto. È Trieste Next, il festival della ricerca scientifica che trasforma le piazze in aule, i gazebo in esperimenti e le persone in curiosi.
Quest’anno, il Burlo Garofolo era dappertutto: nei dialoghi con i grandi nomi della genetica e nelle attività che hanno fatto toccare la scienza con mano.
Il genetista Guido Barbujani ci ha portato indietro nel tempo, quando il DNA ha cominciato a raccontare la storia dell’umanità.
Vincenzo Nigro ci ha ricordato che, nel genoma, la parte più grande è ancora quella che non conosciamo: l’“ignoroma”.
Matteo Floris ha mostrato come la farmacogenetica stia già cambiando la medicina, rendendo le terapie più sicure e personalizzate.
E nel gazebo del Burlo, bambini e adulti hanno potuto esplorare un corpo umano in 3D, ascoltare com’è davvero una classe per chi ha una sordità, e scoprire come la genetica aiuti a scegliere il farmaco giusto.
Nel secondo numero di Burlo in Research trovate tutto questo:
un festival che diventa racconto, e una ricerca che – tra DNA, udito e realtà virtuale – si lascia finalmente toccare.