Contrasto alla violenza

L’IRCCS materno-infantile Burlo Garofolo da sempre è impegnato attivamente nel contrasto alla violenza contro le donne e contro i/le minori, fenomeni strettamente interconnessi, offrendo un percorso di accoglienza e accompagnamento per chi accede all’ospedale e vive o ha vissuto situazioni di violenza.


Cosa si intende per violenza contro le donne?
"La violenza contro le donne" è la violenza dei diritti umani e una forma di discriminazione nei confronti delle donne e si intendono tutti gli atti di violazione di genere che determinano o sono suscettibili di provocare danno fisico, sessuale, psicologico o economico o una sofferenza alle donne, comprese le minacce di tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica o privata. (Convenzione di Istanbul Consiglio d'Europa, 2011 art.3)


Cosa offre l’ospedale alle donne vittime di violenza?
L’accettazione Ostetrica Ginecologica è il servizio di riferimento in ospedale per le donne vittime di violenza sessuale e le donne che subiscono maltrattamenti in gravidanza.
Il percorso di accoglienza e accompagnamento, oltre a prestare l’assistenza sanitaria necessaria, intende:
• Offrire accoglienza e ascolto da parte di personale opportunamente formato con un primo contatto in un ambiente protetto, garantendo assoluta riservatezza;
• Informare dell’esistenza dei Centri Anti Violenza che offrono accoglienza, consulenza legale, supporto psicologico, affiancamento nell’iter giudiziario;
• Informare della possibilità di sporgere denuncia;
• Valutare il rischio di nuove aggressioni e aumentare la sicurezza per la donna e eventuali figli/e, valutando insieme le possibili strade per la loro protezione;
• Offrire la possibilità di essere accolta in ospedale e restare ricoverata in osservazione (anche con i/le figli/e) per il tempo utile a garantire l’avvio di un percorso dedicato e comunque sempre condiviso;
• Proporre un contatto con l’équipe dedicata in ospedale (assistente sociale e psicologa);
• Proporre l’attivazione della continuità assistenziale per una rete di sostegno con i servizi pubblici e privati utili in base ai bisogni rilevati.
L’obiettivo è offrire una presa in carico tempestiva che accolga il vissuto della donna in modo che si senta creduta e sostenuta, offrendo orientamento ai servizi pubblici e privati del territorio e, se la donna acconsente, all’attivazione di una rete di sostegno con i servizi per l’elaborazione e condivisione di un progetto personalizzato per interrompere il ciclo della violenza subita. L’obiettivo ultimo è sostenere la donna in un percorso che le permetta di riacquisire potere e controllo sulla propria vita.


Quante donne vivono situazioni di violenza nella loro vita?
Come indicato nella pagina dedicata sul sito web del Ministero della Salute, nel mondo la violenza contro le donne interessa 1 donna su 3. In Italia i dati Istat mostrano che il 31,5% delle donne ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Le forme più gravi di violenza sono esercitate da partner o ex partner, parenti o amici. La violenza sessuale è agita nel 62,7% dei casi da partner. Un mito diffuso è che la gravidanza risulti in qualche modo una situazione protettiva nei confronti della violenza e dei maltrattamenti. Purtroppo la violenza non risparmia la donna neppure durante questa fase della vita, anzi può iniziare o inasprirsi proprio durante i mesi della gravidanza.


Quali sono le conseguenze della violenza?
La violenza contro le donne è un problema di salute pubblica e una violazione dei diritti umani.
La violenza ha effetti negativi, a breve e a lungo termine, sulla salute fisica, mentale, sessuale e riproduttiva della donna che ne è vittima. Le conseguenze possono determinare per le donne isolamento, incapacità di lavorare, limitata capacità di prendersi cura di sé stesse e della prole, come indicato nel sito web del Ministero della Salute. 
È importante sapere che i/le minori presenti nelle situazioni di violenza sono esposti a “violenza assistita”. Secondo il CISMAI (Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso dell'Infanzia), ciò implica “il fare esperienza da parte del/la bambino/a di qualsiasi forma di maltrattamento, compiuto attraverso atti di violenza fisica, verbale, psicologica, sessuale ed economica, su figure di riferimento o su altre figure affettivamente significative adulti e minori”. La “violenza assistita” ha conseguenze negative sullo sviluppo e sulla salute fisica e psicologica dei/delle bambini/e.


A chi rivolgersi in ospedale?
Accettazione Ostetrico-Ginecologica, tel. 040 3785211 oppure 040 3785307
La struttura collabora con l’Ufficio per la Continuità Assistenziale della Direzione Sanitaria per l’attivazione della rete di supporto e/o dell’équipe dedicata (assistente sociale e psicologa) nelle situazioni di maggiore fragilità o in casi di bisogni complessi.


A chi rivolgersi fuori dall’ospedale?
1522 Numero di pubblica utilità contro la violenza e lo stalking – Numero gratuito, attivo 24 h su 24, da chiamare per avere aiuto o anche solo un consiglio.
Centri Anti Violenza in Friuli-Venezia Giulia:
• Associazione Da Donna a Donna Onlus P.zza G. Furlan 2, Ronchi dei Legionari - info@dadonnaadonna.org - tel. 0481 474700
• G.O.A.P. Onlus Via San Silvestro 3-5, Trieste info@goap.it 040 3478827
• Associazione di Volontariato IOTUNOIVOI Donne Insieme Via Martignacco 23, Udine antigone@iotunoivoi.it - tel. 0432 421011
• Associazione S.O.S. ROSA Onlus Via Diaz 5, Gorizia sosrosagorizia@gmail.com francesca.vu@libero.it - tel. 0481 32954
• Associazione Voce donna Onlus Viale Dante 19, Pordenone vocedonnapn@gmail.com - tel. 0434 21779
• Comune di Udine U.O. Cittadinanza delle donne e cultura delle differenze - Servizio Zero Tolerance contro la violenza sulle donne Viale Duodo 77, Udine sede operativa c/o via San Valentino, 20 - Udine zerotolerance@comune.udine.it; 800 531135; -               tel. 0432 127 26 77 o 20 77
Inoltre, è sempre possibile rivolgersi alle Forze dell’Ordine (112) e agli ospedali.
Maggiori informazioni sono disponibili sulla pagina web dedicata sul sito del Ministero della Salute:
https://www.salute.gov.it/portale/donna/dettaglioContenutiDonna.jsp?id=4...


Quali sono i documenti operativi di riferimento e al Burlo?
Oltre agli essenziali riferimenti normativi nazionali e internazionali sul tema, tra cui la Convenzione di Istanbul (Consiglio d'Europa, 2011) e il cosiddetto “Codice Rosso” (Legge n. 69/2019), vi sono alcuni documenti operativi per la realtà ospedaliera a cui l’IRCCS fa riferimento. Tra i più recenti, vi sono anche le “Linee guida di indirizzo e orientamento per le Aziende sanitarie e le Aziende ospedaliere in tema di soccorso e assistenza socio-sanitaria alle donne vittime di violenza” (DPCM 24 novembre 2017).
Come ospedale dedicato alla salute dei minori e alla salute ginecologico-ostetrica delle donne, il Burlo ha da tempo definito alcuni percorsi dedicati per le situazioni di violenza, sia per minori sia per le donne.
In particolare, nell’operatività delle diverse strutture, si fa riferimento ad alcuni documenti:
• Procedure interne
• PDTA sospetta violenza sessuale e violenza psicofisica nelle donne e sospetto abuso/violenza sessuale nelle bambine o adolescenti
• PDTA per la gestione dei casi di maltrattamento/abuso sui minori
• PDTA per la raccolta campioni microbiologici
• Documenti regionali
• Protocollo operativo medico legale tra la Regione Friuli Venezia Giulia – SSR e le Procure della Repubblica del Distretto Friuli Venezia Giulia in tema di violenza sessuale (2010)
• PDTA Regionale Percorso ospedaliero per le donne che subiscono violenza, Decreto Regionale (2019)
• Accordo interistituzionale
• Protocollo d’intesa in materia di maltrattamenti ed abusi a danno di minori “Liberi di crescere senza paura” (tra vari soggetti istituzionali a Trieste, che include Prefettura, Ambiti Territoriali, Azienda Sanitaria, Burlo) (2008)
• Accordo interaziendale Burlo-ASUGI per le donne in gravidanza, al parto e nel post-partum e per i/le neonati/e alla nascita per la presa in carico precoce e il supporto delle situazioni di rischio psicosociale, (2018, in corso di revisione).

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Data di pubblicazione: 
Mercoledì, 17 Novembre, 2021

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