Il 9 Settembre è la Giornata Internazionale della Sindrome feto alcolica e dei disturbi alcol correlati (FAS e FASD) per sensibilizzare la popolazione sui rischi associati al consumo di alcol in gravidanza per la salute materno infantile sia nel breve che nel lungo termine.
L’IRCCS Burlo Garofolo di Trieste, con referente scientifico Prof. Giuseppe Ricci, è l’Unità Operativa responsabile della Macro Area Nord per il progetto nazionale CCM2023” Salute materno-infantile: formazione degli operatori socio-sanitari ed empowerment delle giovani donne (18-24anni) sui rischi connessi al consumo di alcol in gravidanza” coordinato dal Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Istituto Superiore di Sanità per sensibilizzare i genitori sul rischio che i propri figli sviluppino FASD con interventi mirati di prevenzione ed educazione alla salute.
La Dr.ssa Sheherazade Lana, ostetrica di ricerca del Burlo Garofolo per lo studio in atto, già referente per il precedente progetto CCM2019 "Prevenzione, diagnosi precoce e trattamento mirato dello spettro dei disturbi feto alcolici (Fasd) e della sindrome feto alcolica (Fas)" allora coordinato dalla dottoressa Simona Pichini, ci spiega perché è controindicato bere bevande alcoliche in gravidanza:
“In gravidanza posso concedermi un bicchierino ogni tanto?”
“Consumare bevande alcoliche, anche se a bassa gradazione, in piccole dosi e occasionalmente, è sempre controindicato perché l’alcol passa la barriera placentare e il fegato del feto è immaturo per metabolizzare l’etanolo. L’esposizione fetale all’alcol in utero comporta un rischio potenziale di sviluppare una delle disabilità neuro cognitive e comportamentali che fanno parto dello Spettro dei Disordini Feto Alcolici. Non ci sono dosi sicure o minime esenti rischio. Scegliere di consumare zero alcol in gravidanza previene al 100% l’esposizione fetale all’etanolo e azzera il rischio per la salute feto neonatale. Zero alcol zero FASD.”
Pe informazioni scrivere a: alcolgravidanza@burlo.trieste.it
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